Page 99 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
P. 99
88 Al.QERro COVA
quintali per U 1946 e a 8,7 per i primi undici mesi del 1947), di fiuìna e alt.re
granaglie (da 200.000 q a 1,7 e 5,1 milioni rispenivamenre, fornire principal-
mente da Stati Uniti e Canada), di oli minerali non grezzi (da 2 a 8 milioni di
q). Per contro le esportazioni si erano drasticamente ridotre da U a 3 e 5
milioni di quintali quelle di ortofrutticoli, da 1,4 a 420.000 ettolitri i vini, da l
milione a 380.000 q i filati di cotone. Emno dimezzare le vendite fuori stato
della seta grezza (da 156.000 a 68.000 q).
Inoltre era profondamente mutata la geografia degli scambi Nel 1947 le
esportazioni in Europa erano ritornate ai livelli anteguerra (cioè al 51% del
totale) ma le importazioni dagli stati del Vecchio Continente erano precipitare
dal 62,5 al 27,SOAI. Si era dunque verificato un forte spostamento degli acquisti
verso l'are-<~ del dollaro che andava imputato •alla scarsa efficienza produttiva
del continente europeo che obbligava ad importare, dagli Stati Uniti soprauur-
to, anche prodotti alimentari" (Il).
La tabella seguente illustra molto bene la situazione:
Percentuale delle esportazioni e deUe Importazioni per aree monetarie
Sterlina Dollaro
1938 1947 1938 1947
Import 18,2 13,1 20,1 52,7
Export 36,3 29,4 J3.4 t6,7
Elab. da E. Vanoni, Problemi del commercio estero, p. 107, tab. IX.
Di qui la drammatica Insufficienza di moneta americana e quindi l'impos-
sibilità di pagare le importazioni che pure erano indispensabili ad una veloce
ripresa.
In un contesto come queUo descritto, gli aiuti internazionali acquistavano
una importan7.a decisiva. In realtà, già a partire da.l 1944 e sino alla fme del
1947, auraverso l'UNRRA e le altre agenzie come l'Amministrazione militare,
I'AUSA, la FEA, l'!nterim Aid, emno affluire nel nostro paese merci per 1,5
miliardi dì dollari, costituite per il 71% da cereali e altri prodotti alimentari e
2
da combustibili 0 >.
Ma ora l'idea di accelerare la ripresa dell'Europa, oltre che derivare da
ragioni assai complesse, nasceva dalla consapevolezza che occorresse mirare
ad obiettivi di lungo periodo e quindi ad interventi che, perso il car-.tttere
dell'emergenza, dovessero incidere sulle strutture.
In ftalla non solo non vi er-<~no segni di miglioramento del permanente
squilibrio della bilancia dei pag-.Jmenti ma le previsioni per il 1947 facevano
intravvedere un aggravamento della situazione. L'inflazione era in forte ripresa;
il raccolto dei cereali si era ridotto di circa 10 milioni di quintali a morivo di una
annata climaticamente sfavorevole e la produzione industriale, penaliz7.ata dalla

