Page 137 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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doli o perlomeno tentando di risolverli. Dinanzi a ule scenario, venne meno
una seria e concreta proposta delle slnlstre, le quaiJ non andarono molto okre
nlcunl slogan e prese di posizione di principio. l programmi delle sinistre
sarebbero stati vincolati a un'attenzione eccessiva verso la situazione politica
contingente, come fu il caso del PCI, oppure a disegni di massima difficil-
mente realizzabiJi, fmanco utopiStid, come nel caso del PSI. Il risultato di
tutto ciò fu l'esclusione delle sinistre italiane dai processi di ricoscruzione del
Paese. Mancando una credibìle controparte, la gestione della ricostruzione fu
materia esclusiva delle classi dirigenti economiche, dei poteri industriali e
finanziari italiani. Paradoss:1lmente, la volont.à di PSI e· PC! dl coinvolgere le
classi lavoratrici nel processi di ripresa economica fu la causa stessa delta loro
esclusione. Scrive Casuonovo: •Almeno sul versante della politica economica,
i partiti della sinìstra furono sconfini, prima ancora cbe dagli avversari, dal
loro stessi errori di valutazione, daUe divisioni interne, e soprattutto dalla loro
incapacità di proporre una poUtlca sostitutiva a quella dei ll.beristl, che non
fosse solt:anro una formula t:anica o un'esercitazione ideologica senza tempo e
senza spazio" (2)_
L'aspetto più epidermico e maniresto della visione delle sinistre italiane
sull.a ricostruzione fu l'interpretazione che esse diedero al termine stesso.
Rlcoscruzlone Intesa, cioè, come "costruire di nuooo" oppure come "costruire
f!X nooo• ? Due erano quindi le alternative che si presentavano nell'Italia libe-
rata e democratica. Da un lato, riportare l'Italia allo stalus quo ante la guerra
e il fascismo, ricreando, anzi restaurando, gli antichi ord!namentl liberali, con-
L'lmlnati magari da quello staralismo fascista sopravvissuto al conflitto e alla
caduta del regime. In pratica, la ricostruzione-restaurazione avrebbe ripropo-
sto nel Paese quell'antico blocco dominante dJ origine crispln.a, nato alla flne
del secolo precedente dalla sinergia tra Il latlfondlsmo merìdionale e l ceti
industriali del nord all'insegna del protezionismo doganale; un blocco
sostanzialmenre riproposto - anche in termini protezionistici celati dietro la
reazione autarchica alle sanzioni - dal Regime fascista. l 'alternativa a tale
disegno era la •costruzione ex novo" di un'Italia diversa e contraria alle prece-
denti, con nuove caratteristiche economiche e sociali di stampo, come veniva
allor-.~ definito, •progressivo"! un1talia, quindi, dove le c:lassllavorattid avreb-
bero abbandonato i ruoli di oggetti per divenire soggetti e parte determinante
della gestione dei fattori produttivì. A tale, retorica domanda, Nennl e
Togllattl risposero, a seconda della situazione politica contingente, con diver-
se prese di posi'Zione. Nella fase collaborativa con la DeiTlOCr.lZia Cristiana,
questa ~lzione delle sinistre si esplicitò in una sona di "vigilan2a" contro
qualsiasi deriva reazionaria: dopo il maggio 1947 e la fine del tripartito, la
posizione divenne un'accusa, continua e talvolta r!petitiva, lanciata contro U
governo dai banchi dell'opposizione. In quest'ultimo caso, la com.rapposlzione

