Page 140 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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LA VlS!ONI! DEl SOC1AUSl1 E COMUI'IlSfl St.li.U. IOCOSTllUZIONE 129
fermaJSl a una mera verifica della legittimità dell'iniziativa privata. L'ultimo
rema inerente a1 ruolo dello Stato, veniva :affrontalO dal segretario comunista
con altrettanta esplicita realpoiltik. "lo rite:ngo che detenninate nazionalizza-
zioni le possiamO proporre dopo avere studiato La cosa con auenzione e
senso di responsabilirà. ( ... ) Si badi però che noi non vogliamo burooatiua-
re nessuna parte dell'economia na.zionare. Se per nazionalizzare la 'Fiat'
dovessimo r.rasformarla in un'officina di Stato con operai, impiegati e funzio-
nari inquadrati come nel vari gradi deD'amrrùrùstrazione dello Stato sarebbe
una cosa sbagliata. Se vogliamo nazionalizzare un determinato complesso
produnivo, dobbiamo farlo in modo che esso non perda il suo carattere indu-
s!riale" rn. 11 discorso di Togliani si concludeva con un appello al lavorat.ori
affinché aumenrassero i rendimenti, che rappresentavano la condizione affln-
ché le conquiste democratiche si fondassero su basi economiche solide, e ai
sindacati e alle altre organizzazioni di massa affinché vigJ.Iassero su ogni ten-
tativo dì sabotaggio.
Il realismo, nell'ottica di una collaborazione con le forze moderare, sug-
geriva a1 leader comunista la presentazione di un programma depurato da
ogni suggestione rivoluzionaria, bolscevica o colleuivista, sino al punto da
avvicinare, paradossalmerue, il PCJ alle posizioni del liberismo più estremista.
"Pur partendo da un'Impostazione del tutlO diversa da quella dei !iberisti".
avrebbe serino Castrooovo, •i comunisti fmivano così per convergere sulle
stesse posizioni pre-keynesiane .& Einaudi, ossia sul riconoscimento dei van-
taggi assicurati al processo di sviluppo dai meccanismi concorrenziali classici,
mentre l'avversione al monopolio veniva trasferita anche alle forme d'inter-
vento e di controllo pubblico" <B>.
Le posizioni dei socialisti, elaborate l.n una serie di convegni nei mesi
successivi alla kermesse del PCT (sessione del Comitato cen1ra.le del PSIUP
sulla piattaforma economica socialista dell'ottobre 1945; convegno economico
del PSIUP del mano 1946; programma del PSIUP per La Costituente ecc.), si
condensarono nella Conferenza economica del PSI dell'S-9 novembre 1947. A
differenza dell'impostazione dei comunisti, così chiaramente espressa da
Togllatti l'anno precedente, i socialisti non respinsero a priori l'idea di un
piano economico per La ricOSIJUZ.ione del Paese: anzi, venne ribadita la neces-
sità di un controllo pubblico sulla ricostruzione. Quel "governo dell'econo-
mia". sostanzialmente respinto da Toglia!Ui, veniva rilanclato - si direbbe
polemicamente - dal PSI e soprauutto da Rodolfo Morandi. Per l'ex ministro
dell'lndus!ria del governo tripartito, una politica di piano - di fatto sempre
esistita in tutte le piattaforme programmatiche dei governi dalla fine della
guerra - trovava la sua necessità nel ruolo che in tale pianificazione avrebbe-
ro ricoperto i Consigli di gestione a2iendali: "La politica del piano ( ... )•,
aveva dichiarato Morandi nel ma.rzo 1947 "richiede, per prima cosa, che si
porti nelle forze operanti della produzione la consapevolezza dei fini che ad

