Page 139 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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non mi stupisce", proseguiva Togliatti ' ma siccome la siruazlone economica si
aggrava e abbìamo davanti a noi la prospettiva di anni di duro lavoro per
dare ordine all'economia del Paese, bisogna sforzarsi di avere Idee molto
chiare sin dall'inizio" ò>. Quella che avrebbe dovuto essere una conclusione
del Segretario generate del Partito si c.rasfonnò di fallo in una pi:.Htaforma pro-
grammatica destinata a drcoscrivere l'azione del comunisti Italiani e.ntro un
tracciato il più realistico possibile, escludendo ogni •eorusiasmo rivoluziona-
rio": "Siamo decisamente contrari ad ogni politica e ad ogni misura che, con-
sapevolmente o inconsapevolmeme, porti a una soluzione catastrofica della
situazione llallana• <.O. La llnea generale del PCI nel campo economico veniva
quindi riassunta in alcuni punti fondamentaiL Anzitutto, opposizione a qual-
siasi politica lnllartlva, la quale :avrebbe colpito gli imeressi delle cat.egorie a
reddito fisso, che Togliatli individuaw esplicir2mente nei dipendenti dello
Stato, nel funzionari, negli impiegati. Opposizione alla politica dei sussidi (la
politica "del pmw gralt.S') alla quale il leader comuniscl contrapponeva una
"politica di produzione•, e cioè la creazione di nuovi posti d! lavoro attraver-
so nuovi Investimenti statali. 11 PCI sarebbe stato Inoltre favorevole all'indu-
stria privata quale artelìce della ricostruzione: "Voglio dire che anche se fossi-
mo aJ potere da soli, faremmo appello per la ricostruzione all'iniziativa priva-
ta, perché sappiamo che vi sono compiti a cui sentiamo che la società italiana
non è ancora m:llura• m. L'affennazione, esplicita e lapidario, era una risposta
di Togliani a rutte le voci "vetero-bo.lsce\riche" d 'estrazione partigiana, se non
secchiana, che sin dall'aprile 1945, avevano ipotJzzato una trasformazione
della guerra dJ liberazione in insurrezione rivoluzionaria anticapitalist!ca. li
capitale privato .rim:~neva per il leader comunista un soggeno di primaria
importanza nella ricosrruzione. Un soggetto che non doveva essere "disturba-
to• da alcuna lnterl'erenza governativa: "La rivendicazione di un pia:no econo-
mico nazionale in questo momemo, sopranuuo se posta come condizione per
dare un grande sviluppo nll'aruvllà rieosttuttiva del paese, secondo me è uto-
pistlca ( ... ). È certo che vi sono parti dell'economia ita.llana che potranno
essere ph) rapidamente ordinate secondo un piano, data la situazione sressa
che il fascismo ci ha la.sclato In certi settori. ( ... ) Ma una pianificazione gene·
rale della nostra economia ripeto che la ritengo oggi utopistlca, il cbe vuoi
dire che dobbiamo lasciare un campo va.'lto all'lnlziatlva privata tanto neUa
produzione quanto nella dlsuibuzione e nello scambio" <6>. Quindi, anche le
voci di chi, all'interno del Partito, evocava appUcazioni della pianificazione In
atto in URSS venivano ridotte al silenzio.
Naturalmente, Toglliattì prevedeva un ·conaoiJ.o economico" da parte delle
forze democrntiche e del parlamento. Si doveva sorvegliare affinché la Ubertà
speculativa dell'Imprenditore non degenerasse In forme, oltre che dl monopo-
lio, di "ral?ina, di speculazione e di corruzione~. Ma il cont.rollo doveva

