Page 19 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
P. 19

CU ASPIITll  I'05I1M DEllA COI'mNUITA  I'OUTICA  DI  ÀLODE  Oe  CASPERI   9

         Le alleanze sono aJla  base del suo progetto politico che, sistemata la  critica
         questione istituzionale, e  passata la  paura della  svolta socialcomunista,  pote-
         Vilno  vederlo  impegna\0 appieno  nella  rico$truziooe  e  nello sviluppo
         dell'Italia.  Non  si  traruJ  di certo di costruire  un partito-regime,  ma  non vi  è
         dubbio che l'ascesa della  Democrazia  Cristiana  nelle sue varie  affermazioni
         elettorali rafforzi l'idea di De Gasperi di potere, con una notevole tranquillità,
         realizzare  un  programma  che talvolta  può già  considerarsi di centro-sinistra
         ante Uneram  e  talvolta si conferma  di centro-destra,  se  non  addirittura di
         destra. La graduale politica delle riforme poté cosi essere attuata ed in deftni-
         tiva  contribuire a  mantenere se non a  ra.ffonare  la  posizione della  DC  che
         superò senza  grandi perdite gli  scrutini  del  7  luglio  1953 e  del  25  maggio
         1958. NeJ primo lo scarto con il 1948 si avvertì, sia con il numero dei voti che
         fu  per la Camera  dei Deputati di  10.836.675  contro i  12.712.562, quindi del
         40,08 per cento contro il 48,5  per cento, sia con quello del Senato che fu di
         9.667.103 contrO i 10.875.053 del 1948. Ma nel secondo caso, quello delle ele-
         zioni del1958, la rimonta, e quindi i fattori di stabilità si manifestarono appie·
         no con 12.522.279 voti  per la  Camera e  10.780.954  per il Senato, quote  che
         riproposero, dopo piil di died anni di governo, la solidità dell'idea mediana e
         riformatrice moderata di De  Gasperi. E questi  risultati  non furono conseguiti
         con un ceno immobilismo, bensì con decisioni che graffiarono profondamen-
         te la società italiana.  Nell'aprile  1949 furOno  varati  progeui di riforma  agraria
         che la Confagricoltura rrasformò in leggi straldo per la Sila, per Il  De.lta  pada-
         no,  per la Maremma, per la Sardegna e  per a.ltre  regioni.  Ne.l  1950  toccò ad
         un  provvedimento più  ambizioso, quello della  creazione della  Cassa  per il
         Mez-zogiorno  la  quale  fu,  è  Inutile  nasconderselo,  un  potente strumenro di
         sonogovemo ed un poderoso serbatoio di voti, ma fu anche aH' origine dii una
         certa  t.rasfoiDl:azìone del Sud con una intensa anività  di  lavori  pubblici desti-
         nati  a  creare le infrastrutture di una  indu~lrializzaz:ione in parte  riuscita.  Un
         altro aspetto della  politica  degasperiana  fu  l'avvio ad  una  liberallzzazi.one
         degli scambi che innestò una fase di sviluppo rìscontrabile  nella crescita del
         prodotto nazionale lordo che toccò il 4,4 per cento nel 1954  fino a  raggiunge-
         re l'anno dopo il 7,5  per cento, gettando le premesse della crescita impetuosa
         degli anni successiVi,  spesso detti del 'boom economico italiano'.  Ben lo ha
         deflllÌto il  Di Nolfo affermando: "Cessava l'epoca delle speranze di rigenera-
         zlone  mediante una  trasformazione dell'ordine  sociale  e  ne  incominciava
         un'altra:  l'epoca  in cui  la  rigenerazione  non  importava  più  o  Importava di
         meno,  e  ciascuno cercava  di collocarsi  nel  posto giusto  per  trarre  profitto
         della grande trasformazione industriale che si stava verificando ... si affermava
         il pragmatismo._" <5>.  Anche l'andamento dei consumi privati fu  eccezionale:
         essi crebbero in quindid anni quasi quanto nei precedenti ouantasette anni. l
         co.nsumi privatl pro capite crebbero,  in questi quindici anni,  più del  doppio,
         mentre negli onantasette anni prima erano cresduti solo di un terzo. L'Insieme
   14   15   16   17   18   19   20   21   22   23   24