Page 20 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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10                                         ROMAIN  H.  IWNERO

             della qualid della vita e  delle sceJte degli italiani  parve mutare  radicalmente:
             la  sopravvivenza e  la  soppo~tazione dl  amiche situazioni  socio-economiche
             furono dimenticare e  subentrò una  cultura  dell'espansione.  Ben  lo  notò
             Giorgio  Bocca,  allorquando affermò che  • ...  anche  da  noi  sembra  finito  il
             tempo in cui predicavano gli economisti del  pessimismo ... l rispettabili pro-
             fessori della  trlste scienza•, con l'arrivo dell'ottimismo economico per "i disin-
             volti  profeti della moltiplicazione delle cose~ (6}_  E questo mutamento che fu
             una  vera  rivoluzione  nelle aspertative e  nei  valori, anche se non fu solo un
             caso  italiano,  nel  caso dell'Italia  fu  ancora  più  sconvolgente alla  luce delle
             precedenti. realtà. lo questo quadro, si può dire che l'Italia si stava trasforman-
             do in  un grande camlere e dò soprattutto  grazie alla  continuità governativa
             che offriva  un quadro convincente  e  duraturo di  rife.rimento.  Molte  dttà si
             liberavano proprio  allora  degli  ultimi  residui  negativi  creati dai  bombarda-
             menti e  la nuova realtà economica e  sociale consentiva iniziative allargate  di
             risL~mazione di quartieri decaduti  o  di rlsanamento di zone disagiate. E dò
             era positivo, anche se non mancarono, è  ovvio,  molti casi di  rapad specula-
             zioni e  dJ obbrobri connessi a  questo iniziativismo del manone e  della  rico-
             struzione. Ma, a  pane le città, fu lo stesso tessuto delle comunicazioni ad esse-
             re stravolto, e sviluppato, con grandi  costruzioni stradali ed amosuadali con il
             conseguente sconvolgimento e  sviluppo, di intere aree da sempre al  margine
             del progresso e  della vita economica aniva. Citiamo Eugenio Turri, che ne ba
             assai bene riassunte le pòndpali Clraneristiche: "La grande febbre cantieristiCI
             ebbe nel  paesaggio effetti ìmmedìat.i e  vi.stosissiml,  sia  per  la  nasdta  delle
             nuove edificazioni. sia per la richiesi;! di materiali da parte dell'industria  delle
             costruzioni, che ampliò le cave di materiali per il cementificio, il mannifldo,
             ecc. Tra Il  1951  e  U 1971, 11llllia si è  arricchita di ben 6,69 milioni eU  nuove
             abitaz.ioni. (passate da 10,7 milioni a  17,5 milioni di cui solo  15,3 milioni occu-
             pate). Le strade, nello stesso periodo, sono  passate da  170.563 km (di cui 479
             di autostrade) a 286.496 km (di cui 4.342 di autostrade). Se si  tiene conto degli
             edifici  indUStriali,  delle  infrastrutture  pubbliche di  vario  genere  (ospedali,
             campi sportivi, ecc.),  per le quali,  comprese le strade,  lo  Stato  ha  via  via
             aumentato la spesa da 183 miliardi di lìre nel 1951, a 1.352 miliardi nel 1971, si
                                           '
             può dire  che la  superficie uxbanizzata deUltaUa  negli  ultimi vent'anni sia  più
             che  raddoppiata.  Le  dimensioni deU'anlvilà  edificatoria  si  possono misurare
             nella  produzione di cemento  (solo in piccola pane esportato),  passata daì 10
             milioni di tonn. circa del 1951, ai 32 milioni di tonn. del 1971, cifra che pone
             l'!talìa tra  i maggiori  produuori mondiali {bane la  Franda  ed è  poco inferiore
             alla Germania, paese più popoloso)" rn.
                Appare evidente che il bllando di questo lungo periodo dì governo dega-
             speriano che va  dall'11  dicembre 1945 al  2  agostO  1953 (ved. allegato) abbia
             favorito  non solo la  ricostruzione  ma  anche crearo le basi  per il  successivo
             eccezionale sviluppo del decennio SliCCCSSivo...  "L 1raUa realizzò quanto died
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