Page 157 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
P. 157

CaPItoLo sEsto


                                                              Telecomunicazioni e Intelligence




                  6.1 I MEzzI DI COMUNICAzIONI PER GLI ESERCITI

                  Per trasmettere gli ordini lungo le catene di comando e per coordinare le azioni nei campi di
                  battaglia, ad esempio tra fanteria e artiglieria, erano disponibili, sin dall’inizio della guerra, una
                  pluralità di mezzi, la maggior parte dei quali sperimentati nei conflitti precedenti, come quello
                  tra Italia e Turchia del 1911 -1912. Tra i più comunemente impiegati durante la Grande Guerra
                  sono compresi: i sistemi di trasferimento materiale dei dispacci mediante staffette, catene d’uo-
                  mini o piccioni viaggiatori; le comunicazioni acustiche e ottiche; le telecomunicazioni. Ciascuna
                  di queste metodologie si presta a particolari applicazioni in ambito militare con vantaggi e incon-
                  venienti che s’illustrano brevemente qui di seguito.

                  metodi “cLassici” di trasmissione dei dispacci
                  Il mezzo più antico e semplice per trasmettere ordini o comunicazioni in battaglia sono le staffet-
                  te a cui , anche durante la Grande Guerra, viene di solito affidato un messaggio scritto e talvolta
                  orale, modalità quest’ultima sconsigliabile a causa delle ben note distorsioni subite dal testo nei
                  passaggi da persona a persona. Gli spostamenti delle staffette, anche se resi più rapidi dall’im-
                  piego di cavalli, biciclette, motociclette, ecc., vengono ostacolati dal fuoco nemico, soprattutto
                  durante i combattimenti e specie nei percorsi scoperti. A causa dell’elevato rischio di cattura di
                  corrieri e portaordini, il loro impiego diviene spesso l’ultima risorsa a cui si ricorre in mancanza
                  di altri mezzi più rapidi e sicuri.
                  Il trasferimento dei messaggi è anche affidato ad ani-
                  mali addestrati, talvolta cani, ma più spesso colombi
                  viaggiatori. L’impiego di questi ultimi per trasmettere
                  dispacci a scopo bellico, non costituisce certo una no-
                  vità della Grande Guerra, essendo nota da secoli la loro
                  capacità di percorrere alcune centinaia di chilometri a
                  velocità ragguardevoli, fino a circa 60 - 80 km/h. Le
                  loro elevate doti di orientamento con la conseguente
                  modesta percentuale dei casi in cui, una volta liberati,
                  non riescono a rientrare nella propria colombaia, ha
                  favorito l’istituzione di un servizio colombofilo in tut-
                  ti gli eserciti, compreso quello italiano che ha iniziato
                  a utilizzare questi volatili nella primavera del 1917.
                  Dalle cinque colombaie date inizialmente in dotazio-
                  ne alla 2 e alla 3 Armata, si è rapidamente giunti alla
                          a
                                 a
                  sistemazione di colombaie su tutto il fronte, specie per
                  collegare i reparti avanzati con i comandi in posizioni
                  arretrate.
                  Il largo impiego dei colombi viaggiatori nell’Esercito
                  italiano  è  dimostrato  dai  numerosi  “colombi  gram-
                  mi” conservati nel Museo del Genio di Roma spediti   6.1 Uno dei colombi grammi conservati nel
                  per esempio da unità di prima linea che, impegnate   Museo del Genio di Roma




                                                                                                     157
   152   153   154   155   156   157   158   159   160   161   162