Page 183 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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                  7.1 BREVE STORIA DELLE RADIOCOMUNICAzIONI CAMPALI ITALIANE FINO AL 1914

                  origine ed evoLuzione
                  La prima applicazione della radio alle comunicazioni campali degli eserciti ha richiesto la solu-
                  zione di problemi non di poco conto. Si trattava di realizzare apparati il più possibile compatti e
                  robusti per consentirne la trasportabilità anche in terreni difficili, antenne di ingombro limitato
                  facilmente montabili e smontabili, sorgenti di energia che permettessero un’adeguata autonomia
                  di funzionamento in zone prive di altre possibilità di alimentazione elettrica. Sin dagli ultimi
                  anni del XIX secolo, le più importanti Società costruttrici di apparati radio si cimentarono per
                  realizzare soluzioni idonee ad adattare il nuovo mezzo anche ai collegamenti tra unità di un
                  esercito in movimento. Le prime applicazioni militari della radio, con esiti non del tutto soddi-
                  sfacenti, risalgono alla Guerra Anglo Boera del 1899 -1902.
                  All’inizio del 1903 l’Esercito italiano, dopo alcuni esperimenti effettuati con apparati progettati
                  per stazioni fisse, prese in considerazione la possibilità di verificare, durante le grandi manovre,
                  le prestazioni di un sistema campale di radiotelegrafia, esaminando a tal fine le proposte pre-
                  sentate dalla Marconi’s Wireless Telegraph Company e dalla Siemens & Halske. Al sistema di
                  quest’ultima società, ideato dal famoso scienziato Carl Ferdinand Braun, si preferì la soluzione
                  della Marconi soprattutto perché ritenuta più funzionale a causa del tipo di antenne adottate.
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                  Tuttavia, anche il Sistema Marconi, nel corso delle prove svolte in Veneto durante le grandi ma-
                  novre del 1903, non fornì risultati del tutto convincenti, principalmente a causa della difficoltà di
                  individuare in terreni collinosi uno spazio piano con circa 80 metri di diametro e libero da ogni
                  ostacolo, necessario al fine di installare le antenne. A ciò si aggiunse la mancanza di un’adeguata
                  preparazione del personale dovuta al limitato margine di tempo disponibile tra l’approvvigiona-
                  mento degli apparati e l’esecuzione degli esperimenti.
                  Nonostante gli inconvenienti iniziali, i legami tra l’Esercito italiano e la Marconi Wireless si con-
                  solidarono, specie dopo la stipula nel 1904 della convenzione tra il Governo italiano e Guglielmo
                  Marconi che concedeva «al Governo l’uso per scopi militari dei suoi brevetti relativi agli appa-
                  recchi radiotelegrafici senza diritto ad alcun compenso e con l’autorizzazione di far riprodurre i
                  detti apparecchi negli arsenali e stabilimenti governativi».
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                  Per la Sezione Radiotelegrafica della Brigata Specialisti, allora responsabile delle radio comu-
                  nicazioni dell’Esercito, fu così possibile adattare alle proprie esigenze e provare i nuovi sistemi
                  campali della Marconi Wireless, durante le grandi manovre dal 1905 al 1907, con l’obiettivo di
                  “coprire” distanze via via crescenti, fino a oltre 100 km, in terreni con notevoli dislivelli.
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                  Ciò nonostante, i rapporti tra l’Esercito e il rappresentate della Marconi a Roma, marchese Luigi


                  1   Ispettorato Generale del Genio, Studi ed esperienze di Telegrafia da Campo, 15 aprile 1903, AUSSME, fondo F4, Ufficio
                  Servizi, busta 11. L’Esercito tedesco aveva sperimentato il sistema Siemens Braun durante le manovre del 1902. Il sistema
                  Siemens Braun impiegava palloncini o cervi volanti al fine di sollevare i fili elettrici d’antenna, soluzione adottata da Marconi
                  durante le sue prime esperienze, ma efficace soltantoin condizioni meteorologiche favorevoli. Le antenne delle stazioni cam-

                  pali proposte dalla Marconi Wireless avevano invece una forma “a raggiera” costituita da otto fili metallici della lunghezza di
                  40 metri disposti a un’altezza di otto metri dal suolo e collegati agli apparati mediante un filo verticale centrale.
                  2   Convenzione tra il Governo italiano e Guglielmo Marconi, Londra, 5 maggio 1904, Articolo 1, AUSSME,fondo F4, Uff.
                  Servizi, busta 11. La convenzione ufficializza quanto era già stato concesso da Marconi alla Regia Marina già dal 1901.
                  3   Ispettorato Generale del Genio, Studi ed esperienze, op. cit.


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