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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               cessivi interventi in materia, ma gli specialisti mettono in guardia riguardo alla maturità delle
               radiocomunicazioni per un impiego diffuso sui campi di battaglia.



               Le Limitazioni tecnoLogiche
               All’inizio della guerra, il numero di stazioni fisse e mobili dell’Esercito italiano, come degli altri
               eserciti belligeranti, è relativamente esiguo se comparato con la vastità dei fronti e la numerosità
               delle unità combattenti. Per esempio, le informazioni raccolte dall’intelligence italiana indicano
               in 36 il numero di stazioni austriache schierate in Italia, suddivise tra i fronti dell’Isonzo, della
               Carnia e quello tridentino. 18
               Per l’Italia, queste limitazioni nell’impiego della radio sono in parte da ascriversi alla scarsa di-
               sponibilità di risorse in termini di materiali e di uomini e, non ultimo, a problemi finanziari. Non
               possono però trascurarsi, come si è accennato, alcuni severi condizionamenti di carattere tecnico
               del tutto generali connessi con le tecnologie utilizzate all’epoca.
               Lo stesso Luigi Sacco, uno dei pionieri del settore, in un articolo pubblicato nel 1914, ammette:


                     nonostante i grandi progressi compiuti, non si può ancora dire che, a priori, sarebbe giusti-
                     ficata una illimitata fiducia nel servizio che la radiotelegrafia potrebbe rendere in una guerra
                     europea.
                     La radiotelegrafia ha tuttora degli inconvenienti notevoli che acquistano particolare impor-
                     tanza nelle applicazioni guerresche [….] 19
                     sicché i suoi innegabili attuali difetti ne consigliano ancora un parsimonioso e oculato im-
                     piego. 20

               Come mostrato nell’Annesso F, l’ingombro e il peso delle apparecchiature costituiscono ancora
               un problema tutt’altro che trascurabile per l’impiego campale della radio, soprattutto in una
               guerra di movimento, anche se grande cura era stata dedicata negli ultimi anni a migliorare la
               robustezza e la semplicità d’uso degli apparati e ad abbreviare i tempi d’impianto e ripiegamento
               delle stazioni.
               I maggiori inconvenienti derivano però sia dalla già discussa facilità d’intercettazione da parte
               del nemico e dagli elevati effetti dei disturbi di origine atmosferica sia, come evidenziato dal-
               le sperimentazioni campali, dal limitatissimo numero di comunicazioni telegrafiche effettuabili
               contemporaneamente, nella banda di frequenze allora disponibile. Si corre perciò il rischio di
               subire, nelle comunicazioni campali, un elevato livello di interferenze da parte di stazioni ami-
               che e nemiche operanti nelle stesse aree geografiche e necessariamente funzionanti nella stessa
               gamma frequenze.
               Come si spiega nell’Annesso F, questa situazione trova un alleggerimento solo parziale nell’a-
               dozione di apparati trasmittenti a “scintilla musicale” che consentono di distinguere stazioni con
               diverso tono udibile in ricezione. La misura più efficace da adottare per far fronte al problema
               consiste, come si è detto, nella limitazione del numero di emittenti. A questo motivo, oltre che
               alla limitata disponibilità di apparati e al loro costo elevato, è da ascrivere la decisione assunta da
               tutti gli Eserciti di entrare in guerra con poche decine di stazioni radio campali destinate preva-
               lentemente alle comunicazioni tra gli alti Comandi e alla Cavalleria. In realtà, nell’Esercito ita-
               liano sono disponibili, all’inizio del conflitto, anche alcuni apparati di potenza inferiore a quelle

               18   3 Reggimento Genio Telegrafisti, Prima Sezione Telegrafica, Rapporti sulle stazioni radio austriache basati sulle depo-
                  o
               sizioni di un disertore trentino, ISCAG, Racc. 235.
               19   L. Sacco, Note sulle applicazioni campali della Radiotelegrafia, Rivista di Artiglieria e Genio, ottobre 1914, Vol. IV, p.
               82.  Qui si pongono in evidenza anche i progressi ottenuti negli ultimi anni dalla Radiotelegrafia, come il raggiungimento
               di velocità di trasmissione telegrafica maggiori di 20 parole al minuto, in assenza di disturbi.
               20   ibidem, p. 111.


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