Page 196 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
allo stato della tecnica non sarà possibile esercitare un controllo efficace per garantire lo
Stato dalla possibilità che privati male intenzionati possano dolosamente e clandestinamen-
te intercettare trasmissioni radiotelegrafiche e radiotelefoniche di stazioni militari o a uso
pubblico […] Di qui la necessità che vengano adoperate dalle stazioni radiotelegrafiche op-
portune precauzioni nella compilazione di messaggi di carattere importante, non essendovi
allo stato attuale, altro mezzo per garantire il segreto della corrispondenza radiotelegrafica
e radiotelefonica.
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Più esplicitamente, Righi consiglia come la sola misura efficace contro intercettazioni clandesti-
ne, di cifrare anche in tempo di pace i dispacci radio riservati e i Comandi dell’Esercito condi-
vidono il convincimento del Professore. Inoltre, per scoprire l’esistenza di stazioni trasmittenti
non autorizzate si raccomanda l’ascolto continuo esercitato dalle stazioni delle Forze Armate.
Al timore nei confronti dello spionaggio a mezzo radio si aggiunge, come accennato, la necessità
di riservare lo spettro alle comunicazioni di Stato. A tal fine, nell’agosto del 1914, il Ministero
delle Poste e Telegrafi emette il divieto di nuove concessioni e, subito dopo, abolisce quelle già
rilasciate ai privati.
A seguito di queste disposizioni, le Direzioni delle Costruzioni Telegrafiche e Telefoniche che ope-
rano sul territorio alle dipendenze del Ministero PT, intensificano la caccia alle stazioni prive di au-
torizzazione, scovandone decine in tutta Italia da Ferrara a Roma, da Firenze a Forlì, per la maggior
parte riceventi e destinate a studi e ricerche, quindi senza alcuna connessione con attività clandesti-
ne. In qualche caso però non si riesce a rintracciare il proprietario dell’impianto, facendo sorgere il
sospetto di utilizzazioni a scopo spionistico ovvero, di connessioni con i moti eversivi sviluppatisi
nel giugno del 1914, al fine di coordinare i comitati organizzatori in diverse città italiane. 33
Le denunce all’Autorità giudiziaria si risolvono, nei casi noti, in assoluzioni per non aver com-
messo il fatto o per insufficienza di prove. Sulla base delle notizie fin qui raccolte, sembra che
nel territorio italiano, non siano state individuate stazioni impiegate a scopi spionistici, fatta
eccezione per alcune operanti nelle zone di frontiera, ma oltre confine.
intercettazioni aLLa frontiera
Il contrasto all’impiego della radio per lo spionaggio prosegue per tutta la durata del conflitto a
cura dell’Ufficio e poi Servizio Informazioni italiano, particolarmente attento a quanto accadeva
soprattutto alla frontiera con la Svizzera, sia al fine di reprimere i numerosi atti di spionaggio,
contrabbando e diserzione che avevano luogo frequentemente attraverso quella frontiera, sia per
motivi di grande rilevanza nello svolgimento della guerra, come il paventato attacco degli Imperi
Centrali contro l’Italia sferrabile attraverso il territorio elvetico.
Già dal 1915, gli organi di informazione italiani, pur escludendo l’eventualità di un’azione of-
fensiva diretta della Svizzera contro l’Italia, esprimevano il timore o che gli Austro - Tedeschi,
con la connivenza dell’Esercito svizzero notoriamente filo germanico, potessero violare la neu-
tralità di una parte del territorio svizzero, come il Cantone di Grigioni, per irrompere in Italia
attraverso una zona difficilmente difendibile.
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Nel quadro della lotta condotta sin dal 1915 dal Controspionaggio dell’Ufficio Informazioni
32 Ministero PT, Direzione Generale Telegrafi, Impianti telegrafici abusivi sorretti da cervi volanti, lettera al Ministero del-
la Guerra del 7 ottobre 1914, AUSSME, fondo G9, busta 2. In questo raccoglitore sono contenuti molti documenti sul tema.
33 Una ricca documentazione in proposito trovasi anche in AUSSME, fondo F4 Ufficio Servizi. busta 7, f107.
34 Ufficio Situazione e Operazione, La neutralità svizzera nei suoi pericoli, novembre 1915, AUSSME, fondo
F1, busta 369. Per difendere la Pianura padana da eventualità di questo tipo, Cadorna riprenderà un vecchio
progetto del 1882, costruendo una linea fortificata comprendente più di 70 km di trincee, postazioni di artiglie-
rie e altre fortificazioni presidiate dalle truppe del “Comando Occupazione Avanzata Frontiera Nord” (OAFN),
costituito all’inizio del 1917.
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