Page 199 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO SETTIMO




                  rarsi il maggior numero di cifrari italiani per superare le difficoltà riscontrate nei tentativi di
                  decrittare i radio dispacci intercettati che si andavano accumulando negli archivi, senza alcuna
                  possibilità di interpretazione. Un apporto non secondario ai successi conseguiti dagli Austriaci al
                  fronte italiano, all’inizio della guerra, deriverà senza dubbio dalle azioni di Human Intelligence
                  che consentiranno al gruppo di Ronge di venire in possesso dei cifrari di mobilitazione del Regio
                  Esercito, nelle circostanze e nei modi che illustreremo tra breve.
                  Insomma l’Italia, alleata dell’Impero Austro Ungarico nell’ambito della Triplice Alleanza, era
                  considerata alla pari di un potenziale nemico contro cui attuare sistematicamente una intensa at-
                  tività di spionaggio, usando anche i mezzi tecnici all’epoca più avanzati, come le intercettazioni
                  e decrittazioni delle radio comunicazioni, a riprova delle gravi tensioni esistenti tra i due Paesi,
                  nonostante l’alleanza ufficiale.
                  Infine, come sommariamente descritto nel precedente capitolo, gli analisti austroungarici ave-
                  vano partecipato sin dall’agosto del 1914 ai combattimenti nei fronti russo e balcanico, accu-
                  mulando una notevole esperienza nella soluzione dei cifrari campali nemici che certo li aiuterà
                  nell’affrontare la decrittazione dei dispacci italiani.
                  Con queste premesse e convinti di poter trarre dagli ascolti delle radiocomunicazioni nemiche
                  notevoli vantaggi competitivi, gli Austro Ungarici utilizzano, anche durante la Grande Guerra,
                  le proprie risorse radio più per intercettare le comunicazioni nemiche che per comunicare tra le
                  unità del proprio Esercito.
                  Nell’agosto del 1914, essi disponevano di tredici stazioni ricetrasmittenti fisse e tredici campali
                  distribuite in numero di uno o due tra il Comando Supremo (AOK) e i Comandi delle Armate.
                  Avevano poi provveduto ad acquisire apparati più facilmente trasportabili, anche in terreni dif-
                  ficili come in zone di montagna, che nel novembre del 1915 ammontavano complessivamente a
                  undici, destinati prevalentemente al fronte italiano per le intercettazioni.
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                  Il numero totale di stazioni austroungariche schierate, nei primi mesi di guerra, ai fronti dell’Isonzo,
                  della Carnia e quello tridentino risulta quindi molto vicino a quello segnalato dall’intelligence
                  italiana.

                  i probLemi itaLiani
                  Alla vigilia del conflitto, anche il Comando Supremo italiano ha ben presenti l’importanza e l’op-
                  portunità di intercettare le comunicazioni radio austroungariche, come è dimostrato dalla corri-
                  spondenza inviata nell’agosto del 1914 dal Comando del Corpo di S. M. all’Ufficio Mobilitazione,
                  richiedendo che «le stazioni radio telegrafiche fisse di Treviso, Arsiero, Primolano, Pieve di
                  Cadore e Osoppo» siano prevalentemente dedicate a «un conveniente servizio di ascolto a scopo
                  di intercettazione delle corrispondenze r.t.». Le stazioni anzidette sono quelle fisse che saranno
                  incluse nella zona di guerra, come già ricordato, alle dipendenze dell’Ispettore Capo del Servizio
                  Telegrafico Militare.
                  Lo stesso generale Cadorna si dimostra interessato nel rapido inizio di questa attività e, mediante
                  il telegramma la cui bozza è riportata nella figura 7.7, sollecita il Reggimento telegrafisti a inviare
                  in zona il personale necessario per gestire le stazioni radio sopraelencate .
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                  La “volontà offensiva” del Comando Supremo italiano in materia di intercettazioni si dimostra
                  poi con la creazione, nell’ambito della propria Sezione Radiotelegrafica, dell’Ufficio distaccato di
                  Codroipo, con il compito principale di sorvegliare e intercettare le comunicazioni radio del nemico,
                  in collaborazione con le altre stazioni intercettatrici dell’Esercito. Contrariamente a quanto avve-
                  niva in campo austriaco, non era però prevista la creazione di una struttura organizzativa specifica
                  capace però di decrittare i dispacci anche se, come si è visto nei precedenti capitoli, tra i numerosi

                  42   M. Ronge, Die Radiohorch, op. cit. p.1 - 2.
                  43   AUSSME  fondo F3, busta 52.


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