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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               tutta l’estensione del fronte.  Essi attuano alcune intercettazioni di dispacci cifrati con griglie
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               rotanti nella zona Carnia, pur restando nell’incertezza che altri trasmettitori di piccola potenza
               possano aver  eluso le loro intercettazioni.
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               L’aumento dei metodi di cifratura richiede ovviamente agli intercettatori e agli analisti austriaci
               un impegno crescente, per cui alcuni cifrari impiegati localmente possono essere sfuggirti alla
               loro attenta vigilanza.
               Di fatto, Ronge include nell’elenco dei cifrari italiani usati nel 1916 solo tre “Cifrari a griglie
               della zona Carnia”. 81
               E’ importante notare la tesi sostenuta da Andeas Figl secondo cui la moltiplicazione dei cifrari
               italiani - denominata “Vermehrung” (proliferazione) - sarebbe avvenuta, a seguito di una mag-
               giore abilità acquisita, soltanto verso la fine della guerra, mentre le direttive testé illustrate di-
               mostrano il contrario.  Ciò non esclude ovviamente i pericoli per la sicurezza derivanti dall’im-
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               piego di griglie rotanti o di cifrari “artigianali” e quindi la necessità di controllare centralmente,
               con l’aiuto di provetti crittologhi, i prodotti periferici. Ciò avverrà soltanto nel 1918, quando il
               Reparto crittografico emanerà precise norme per garantire la segretezza dei cifrari d’impiego
               locale o limitato, assumendo anche l’incarico di verificare la rispondenza dei sistemi proposti ai
               criteri generali da esso stabiliti.


               L’ efficacia dei penkaLa
               Nel sintetizzare la situazione crittologica esistente al fronte italiano alla fine del 1916, si rav-
               visano ancora numerosi handicap nella difesa crittografica italiana che facilitano enormemente
               il lavoro degli analisti austriaci, come la notevole quantità di dispacci trasmessi con gli stessi
               cifrari e le stesse chiavi, oltre agli  errori e alle trascurataggini dei cifristi. Gli indirizzi indicati
               da Sacco che conducono al disegno di nuovi cifrari più robusti di quelli esistenti, vengono seguiti
               lentamente e con riluttanza così che, a causa di resistenze interne al cambiamento, lungaggini
               burocratiche e contrasti personali, si assiste a un processo di sostituzione lungo e difficile che
               durerà lungo tutto il 1917 e una parte del 1918.
               Gli analisti austriaci sfruttano queste circostanze utilizzando una fitta rete di intercettazione e de-
               crittazione, efficace specie al fronte tridentino durante il rigido periodo invernale, quando molti
               collegamenti via filo si interrompono e si è costretti a ricorrere alla radio, in qualche caso anche
               per dispacci di qualche riservatezza.  Alla fine del 1916 funzionano, sul fronte terrestre italiano,
               ben quattro Penkala,  mentre da parte italiana è attivo, come si è visto, un solo centro di vera
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               eccellenza comprendente ancora poco più di una decina di addetti.
               Per quanto attiene poi all’efficacia delle decrittazioni cioè alle concrete informazioni ricavate
               da questa attività, Figl e Ronge hanno evidenziato i successi ottenuti durante la Strafexpedition,
               alcuni dei quali sembrano dovuti - in verità - più all’analisi del traffico radio che a decrittazioni.
               Di converso, la situazione al fronte dell’Isonzo appare molto diversa, perché la prudenza gene-
               ralmente adottata nel trasmettere per radio solo notizie non riservate, rende generalmente poco
               produttivo il grande sforzo di intercettazione e decrittazione dispiegato dagli Austroungarici.
               Questo sembra il principale motivo dei  già citati “giudizi taglienti” sul funzionamento del Ser-
               vizio di decrittazione emessi dal Comando della 5  Armata, dopo la perdita di Gorizia, testi-
                                                               a
               moniando così un diffuso malcontento per i gli scarsi o addirittura inesistenti risultati operativi
               conseguiti in questo settore.  Per tentare di ricavare qualche informazione utile dai radiogrammi

               79   M. Ronge, , Der Radiohorch, op cit., Annesso 25. Alcuni degli annessi contengono le cartine, compilate da Ronge nel
               1943, con la dislocazione, a diverse date, delle stazioni di ascolto, dei gruppi radio e dei Pankala.
               80   H.J.Horak, Oberst a.D. Andreas Figl, op. cit., p.145.
               81   M. Ronge, Der Radiohorch, op cit., p. 52°.
               82   O. Horak, Andreas Figl…,  op. cit., p. 148.
               83   I Pekala citati da Ronge erano dislocati a Bolzano, Trento, Villach, Adelsberg, Cattaro, Pola e Castelnuovo.

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