Page 282 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               La gestione poco corretta del C3 da parte dei telegrafisti italiani facilita, in modo decisivo, l’esito
               del lavoro di Figl e dei suoi colleghi: la stessa esistenza e la denominazione del cifrario sono
               rivelate da un dispaccio di servizio che chiede addirittura di ripetere un telegramma con altro ci-
               frario perché la stazione ricevente non dispone del C3;  numerose altre comunicazioni di questo
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               tipo includono notizie preziose riguardanti le nuove tabelle.
               Come vedremo, un analogo sforzo sarà richiesto agli Austriaci per venire a capo del cifrario C4
               destinato alle Stazioni RT con potenza maggiore o uguale a 300 W e costituito da un vocabolario
               disordinato, entrato in esercizio nell’aprile del 1917   e ancora più ampio del C3.
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               Durante la Grande Guerra, in alcuni eserciti, la sicurezza di un cifrario veniva valutata sottopo-
               nendolo all’esame dei migliori analisti e misurando i tempi impiegati per la soluzione di singoli
               crittogrammi, secondo un criterio valido a tutt’oggi, in un contesto crittologico profondamente
               diverso. I tempi di decrittazione sono inoltre cruciali per la tempestività delle informazioni otte-
               nute che ovviamente, dopo un certo periodo, finiscono con l’assumere al più un interesse storico.
               Se i tempi divengono molto lunghi, il nemico potrebbe addirittura adottare frequenze di sosti-
               tuzione di cifrari e chiavi, così elevate da provocare un black-out continuo delle decrittazioni.
               La pratica individuazione dei tempi impiegati dagli analisti austroungarici per iniziare la so-
               luzione dei cifrari di servizio italiani implica numerose difficoltà, tanto che, nessun autore ha,
               fino ad ora, perseguito sistematicamente finalità di questo tipo. In particolare, gli Austroungarici
               adottano una classificazione del tutto diversa da quella originale, identificando i Cifrari di servi-
               zio con numeri romani da I a V.  Il C3, stranamente indicato con la sigla corretta, rimane al di
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               fuori della suddetta classifica. Inoltre si rileva spesso una notevole discrepanza tra le date dell’ef-
               fettiva entrata in servizio dei diversi cifrari e quelle riportate nelle Memorie di Figl e di Ronge.
               Ciò nonostante, mediante accurati confronti, si è cercato di dedurre con un’approssimazione per
               difetto i tempi impiegati per le soluzioni dei singoli Cifrari di servizio, riportandoli graficamente
               nella figura 10.9,  da cui si deduce il notevole incremento di questi intervalli temporali registra-
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               to a seguito dell’introduzione di sistemi disordinati. I tempi sono contati a partire dalle date di
               entrata in servizio dei cifrari.
               Si nota che i tempi necessari per la soluzione si riferiscono solo alla ricostruzione della struttu-
               ra delle tabelle principali e non a quella delle “sottorighe” contendenti per esempio i vocaboli
               frequentemente usati nell’Esercito. Soprattutto nei primi tempi dopo l’introduzione di un nuovo
               cifrario, le percentuali d’identificazione di questi vocaboli risultano molto basse, pur non impe-
               dendo in molti casi la comprensione del significato dei dispacci più semplici.
               Le innovazioni introdotte nella struttura dei Cifrari di Servizio, unitamente all’elevata frequenza
               delle loro sostituzioni suscita nuovamente notevoli preoccupazioni degli analisti austroungarici
               che paventano altri più profondi cambiamenti.
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               Come si è accennato, tali progressi derivano, in gran parte, dall’applicazione dei principi enun-


               66   ibidem.Ovviamente una tale ripetizione costituisce un imperdonabile errore crittologico.
               67   Ispettore Capo del STM, Diario militare, Ordine di Servizio N°56 del 26 marzo 1917, Cifrario di Servizio C4, AUSSME,
               fondo B1, 105 S, Vol.89.
               68   Come già accennato in altra nota, la dizione austriaca “Cifrario di Servizio I” coincide con il Cifrario a gruppi di cifre, il
               “Cifrario di Servizio II” corrisponde al C1; il “Cifrario di Servizio III” corrisponde al CF di cui si dirà nel capitolo succes-
               sivo; il Cifrario di Servizio IV equivale al C2 e infine il così detto “Cifrario di Servizio V” collima con il C4. Alle frequenti
               confusioni delle sigle contribuisce l’istruzione emessa dall’Ispettorato di non «far precedere i crittogrammi dalle sigle C1o

               C2, poiché la pratica del radiotelegrafista rende assolutamente superflua tale indicazione». (Ispettore Capo del STM, Ordine
               di Servizio N°47, op. cit.)
               69   Per il C3 si conosce la data dell’individuazione della struttura (14 gennaio 1917) dichiarata da Ronge e Figl, e si è assunta
               come data del primo impiego il giorno 1 dicembre 1916.  La soluzione del C4 introdotto il 10 aprile sarebbe avvenuta,
               secondo Ronge, nei primi giorni della 10 Battaglia dell’Isonzo iniziata il 12 maggio del 1917 (M. Ronge, Der Radiohorch,
                                            a
               op cit., p.13.).
               70   M. Ronge, Der Radiohorch, op cit., p.9.

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