Page 277 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO DECIMO




                  ne delle griglie rotanti chiamate
                  spesso con il suo nome, ovvero
                  come “Patronen Geheimschrift”,
                  ha dimensioni 15x15, e riporta i
                  segni che delimitano un quadra-
                  to più piccolo 7x7, ma differisce
                  da quella riprodotta nella figura
                  10.6 per le regolarità della posi-
                  zione dei fori che rende più facile
                  la soluzione dei crittogrammi. 51
                  La violabilità delle griglie rotan-
                  ti era ben conosciuta, durante la
                  Grande  Guerra,  dai  crittografi
                  più esperti come Figl e Sacco, il
                  quale non risparmia commenti
                  riguardo alla facilità della pene-
                  trazione da lui iniziata, come si
                  è  visto,  sin  dal  1916.   Ciò  no-  10.7 Tabella sottostante alla griglia di figura 10.6
                                      52
                  nostante, queste griglie, a causa
                  della relativa speditezza e facilità di cifra e decifra, sono state impiegate, nelle zone avanzate del
                  fronte e per periodi non brevi, da alcuni eserciti tra i quali sicuramente il tedesco e l’italiano.
                  Le griglie tedesche, erano di diversa misura, secondo la lunghezza del messaggio da trasmettere.
                  Secondo William Friedman, nel 1915 a ogni griglia era associato un nome maschile: Fritz per
                  quella 10x10, Albert per la dimensione 12x12. Più tardi, secondo Kahn, si sarebbero adottati
                  nomi femminili: Berta per 25 lettere, Clara per 36, Dora per 49 e così via.
                                                                                      53
                  L’impiego delle griglie rotanti anche nella Marina austro ungarica è testimoniato dalle pagine
                  del taccuino di Sacco che, come si è visto, espone anche il metodo per risolverle. Invece, la di-
                  mostrazione che l’Esercito austriaco non avrebbe adoperato le griglie durante la Grande Guerra
                  sembra si basi su una frase contenuta in una lettera di Ronge che respinge la proposta di intro-
                  durre un certo tipo di griglie rotanti, affermando che, prima d’allora, non sarebbero mai state
                  usate.  Tuttavia, la stessa fonte riporta il contenuto di un rapporto della 48  Divisione di fanteria
                                                                                      a
                       54
                  austriaca dell’agosto del 1918 ove si indica chiaramente questo metodo di cifratura come prefe-
                  ribile a ogni altro, durante i combattimenti! 55

                  piccoLi codici e tabeLLe austriaci
                  Può farsi rientrare in questa categoria il cifrario «sillabico a tre cifre, esercito austro ungarico
                  (piccole stazioni)» incluso al sesto posto nell’elenco dei «cifrari usati dai nemici» compilato da
                  Sacco, di cui si è già discusso nel precedente capitolo e richiamato qui solo per accennare alla
                  struttura del vocabolario deducibile dal telegramma trascritto nel taccuino. I termini in chiaro
                  - lettere dell’alfabeto, sillabe ovvero insiemi di due o tre e qualche volta di quattro lettere (bi-


                  51   Eduard Baron Fleissner von Wostrowitz Frederich, Handbuch der Kryptographie, Seidel & Sohn, Wien, 1881. Fleissner
                  era un Colonnello dell’Esercito austriaco. Friedrich Bauer fa risalire le griglie ad alcuni matematici del XVIII secolo (L.
                  Bauer, op. cit., p.93 -94). Anche Sacco ritiene il sistema noto sin dal XVIII secolo.
                  52   L. Sacco, Manuale, op. cit., p.9 - 13; p.160 - 161.
                  53   W.F. Friedman, Advanced , op. cit., p .30; D. Kahn, op. cit., p. 308 – 309. Secondo Kahn i Tedeschi le avrebbero utilizzate
                  per circa 4 mesi tra la fine del 1916 e l’inizio del 1917.
                  54   J. Prikowitsch, op. cit., p.435 – 436. Si ipotizza che il “mai” si riferisca solo alla Grande Guerra e non includa la Marina
                  austriaca. La frase potrebbe però essere stata inserita per rafforzare il giusto rifiuto del metodo proposto.
                  55   J. Prikowitsch, op. cit., p. 448.


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