Page 278 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
P. 278

LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               grammi, trigrammi, ecc.) - sono disposti in un unico libro, in ordine alfabetico, accanto a gruppi
               cifranti costituiti da 3 cifre comprese tra 001 a 999, anch’essi in ordine crescente. Si tratta quindi
               di un repertorio ordinato con non più di una trentina di pagine ricostruito da Sacco o catturato
               durante qualche episodio del conflitto. 56
               Nel documento inviato agli Alleati dal Servizio R sono anche elencati sei “code books” noti
               e forzati dagli Italiani. Occorre premettere che i nominativi attribuiti ai sei codici - “Carnia”,
               “CW”, “Stern”, “Tunis”, “SH” e “AK”, più il già citato “ignaz” - non coincidono, quasi certa-
               mente,  con i nomi originali austriaci e solo per alcuni di essi si possono comprendere le origini
               delle denominazioni attribuite dagli Italiani. 57
               Tra questi codici potrebbero risalire al 1916 quelli individuati con le sigle “AK” e “SH”, che
               si rivelano ancora più semplici del cifrario sillabico: le lettere, i numeri, alcune sillabe e parole
               di uso corrente sono sostituiti con coppie di lettere casuali in numero di 50 per l’”AK” e di 57
               per l’”SH”.  Nel primo dei due casi le coppie di lettere sono trasmesse tali e quali, nel secondo
                          58
               congiunte in modo da formare gruppi di cinque lettere. Nel documento di cui trattasi si trovano
               sia le tabelle decifranti, sia esempi di RTG decrittati per ciascuno dei due cifrari suddetti, come si
               è detto, molto semplici e di facile impiego, perciò verosimilmente impiegati da piccole stazioni
               radio. La tabella decifrante dell’”SH” è riportata nell’Annesso H (figura H.2). Sugli altri codici
               sopra elencati si tornerà nei capitoli successivi.
               Non si può escludere infine che anche l’Esercito austroungarico, per facilitare le operazioni di
               cifratura, decifrazione e cambio della chiave, abbia usato tabelle di varie dimensioni, con gruppi
               cifranti di lettere o cifre. E’ interessante notare che Andreas Figl dedica un’intera sezione del suo
               libro alla cifratura con sistemi tabellari (Schlűsseltafel),  il più semplice dei quali è riportato
                                                                    59
               nella figura 10.8, ove i gruppi cifranti sono costituiti da un numero a due cifre, invece che da due
               lettere, come nei sistemi “AK” e “SH”. Nella stessa figura, in basso, è riportato un dispaccio in
               chiaro e cifrato che mostra il citato raggruppamento a 5 cifre, come  nel “SH”  e in molti altri
               sistemi.
               Nel libro di Figl sono esposte tabelle molto più estese rispetto a quella riprodotta nella figura
               10.8, comprendenti per esempio 270 posizioni riempite anch’esse con termini militari. E’ in-
               teressante notare come l’Autore si conceda una licenza, inserendo in una di queste tabelle le
               quattro sillabe “qua, que, qui, quo”, con ovvio riferimento alla lingua italiana e alle stesse sillabe
               usate nelle analoghe tabelle dei Cifrari di servizio.
               L’estrema praticità d’impiego delle tabelle le rende adatte ad essere impiegate come cifrari cam-
               pali o di servizio. Quando però si superano certi limiti questi vantaggi scompaiono. Ad esempio,
               una tabella di origine tedesca comprendente ben 570 posizioni, con un complesso sistema per
               individuare la sequenza delle lettere cifranti, proposto alle truppe austro ungariche nel 1918, non
               verrà, giustamente, accettata per l’eccessiva complicazione e l’ingombro che ne rendono diffici-
               le l’impiego rispetto a quelle poc’anzi illustrate. 60
               Sulla facilità di soluzione di questo tipo di tabelle ordinate non è il caso di intrattenersi, dopo
               quanto è stato illustrato a proposito dei Cifrari di servizio italiani.








               56   Si ricorda per esempio la cattura di una stazione intercettatrice austriaca nel marzo del 1916 che probabilmente compren-
               deva anche una parte trasmittente e possedeva quindi alcuni cifrari.
               57    General Headquarters, Intelligence Service, Section R, Notes on Radio Telegraphy, op. cit.
               58   Non si esclude che il numero di gruppi nel cifrario originale fosse maggiore di 50, ma i gruppi interpretati dal Reperto
               crittografico erano più che sufficienti per decrittare interi RTG.
               59   A. Figl, Systeme des …, op. cit., VII Abschnitt, p.159 – 190.
               60   J. Prikowitsch, op. cit., p.447 - 448.

                278
   273   274   275   276   277   278   279   280   281   282   283