Page 117 - La Regia Marina nell Isole Ionie aprile 1941 - settembre 1944
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Il nove, su ordine di Supermarina, iniziò il rientro in Italia delle unità
            navali non necessarie alla difesa; partirono vari dragamine (R219 Principe di
            Piemonte, R218 Luigi III), la motocisterna Oberdan, carica di nafta, il motoveliero
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            Ida 2°, carico di benzina, la motocisterna Sesia  con la motovedetta Spinella, il
            rimorchiatore San Benigno. Alle 2230 partì per Punta Linguetta il motoveliero
            Antonio, giunto un’ora prima da Santa Maura. Le partenze proseguirono fino
            all’11. Partì per Goumenissa il motopeschereccio dragamine Ida Angela.
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                  Alle 0830 giunse l’ordine del Comando 11  Armata di cedere le armi non
            mobili e di attendere le disposizioni per il rimpatrio. Successivamente si svolse
            un incontro con una delegazione di autorità civili greche. Giunsero da Prevesa
            il rimorchiatore dragamine Gian Carlo e la vedetta (già della Guardia di Finanza)
            Angelini. Giunse anche da Santa Maura, via Prevesa, il rimorchiatore Peloso. Da
            Porto Palermo, verso mezzogiorno, giunse il motopeschereccio La Palma. Le
            forze italiane assunsero un nuovo schieramento.
                  Il 10 alle 0730 giunse, da Santa Maura, il Ciaravolo. In mattinata vi fu la
            liberazione dei prigionieri  politici greci. Il personale della Marina presente  a
            Goumenissa, compreso il tenente  delle Capitanerie di Porto Luigi Chilò,
            comandante dell’Ufficio Porto, rientrò a Corfù con il suddetto Ida Angela. L’11,
            alle sei, giunse da Santa Maura il gruppo Fiume. Il capitano del Genio Navale
            Leboffe si presentò al comandante del  Comando Marina, che ordinò che i
            mezzi rimanessero a Corfù. Leboffe fu mandato ad alloggiare all’albergo Bella
            Venezia, il resto del personale al Distaccamento. Alle 13 arrivò un motoveliero
            con bandiera bianca per parlamentare;  il colonnello Lusignani comunicò che
            avrebbe mantenuto il controllo dell’isola e non avrebbe consentito né sbarchi,
            né atterraggi.
                  La sera, con il panfilo Cervo (ex-iugoslavo, comandante, il sottotenente di
            vascello militarizzato Matteo Sattalini, di origine slava, come tutto l’equipaggio,
            militarizzati perché cittadini italiani), partirono l’ex governatore, Parini, con i
            funzionari, diretti a Fanò (14 settembre); l’unità proseguì per Venezia, con una
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            breve sosta a Lussino, giungendovi il 18.  Alle 2230 il Ciaravolo, dopo essere
            stato rifornito, imbarcò 110 malati (di cui 3 ufficiali fra cui il comandante del
            porto, sostituito dal tenente delle Capitanerie di Porto Chilò), e partì per l’Italia.

                  (34) Giunta da Santa Maura alle 22.
                  (35) Sattalini raggiunse qualche giorno dopo il suo domicilio a San Giacomo di
            Neresine. Qui, dopo l’occupazione slava, rivestì la carica di presidente della Narodni
            Oslobodilaski Odbor (Comitato di Popolare  di Liberazione) del  paese. Nel giugno
            1945 mise a disposizione  dell’O.Z.N.A. di  Lussimpiccolo un motoscafo chiamato
            Partizan, probabilmente già del Cervo.

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