Page 118 - La Regia Marina nell Isole Ionie aprile 1941 - settembre 1944
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Il comandante era latore di una lettera del colonnello Lusignani. La nave giunse
a Brindisi il 12 alle 1530. A bordo vi era anche il capitano del Genio Navale
Leboffe e altro personale giunto da Santa Maura.
Il 12 fu possibile collegarsi per radiotelefono con il Comando italiano in
Puglia, che dette precise disposizioni. Le unità contraeree ricevettero l’ordine di
non consentire alcun atterraggio. Nel pomeriggio giunse un altro motoveliero,
a
con un ufficiale tedesco della 1 divisione da montagna e un ufficiale italiano
del Comando Gruppo d’Armate Sud-Est (Salonicco), per chiedere la resa. Il
colonnello Lusignani confermò quanto deciso il giorno precedente. Nel frat-
tempo i reparti presenti a Porto Edda (Albania) chiesero di poter ripiegare su
Corfù, e iniziò il loro trasporto con i mezzi navali disponibili. A coordinare
l’imbarco fu inviato, temporaneamente, il comandante Lagorio, perché il locale
comandante del porto, capitano di porto Gaspare Pugliese, soffriva di sinovite
al ginocchio. Il colonnello Lusignani riunì presso il Comando tutti i coman-
danti di reparto e comunicò le sue decisioni, che furono condivise da tutti. La
notte Lusignani informò, via radio, il Comando divisione che aveva respinto
l’ultimatum tedesco e che aveva il pieno controllo dell’isola.
Il 13, alle 0645, mentre erano in corso le operazioni di sbarco dal
piroscafo Tergeste e da piccoli motovelieri degli uomini e del materiale giunto da
Porto Edda, tre bombardieri tedeschi attaccarono di sorpresa il porto e la città,
causando morti e feriti; la reazione dei mezzi contraerei della Marina fu
immediata, e i tre velivoli furono abbattuti (uno dal fuoco del cannone da 75
della nave pilota F 48 Richard).
Alle 10 giunse un motoveliero con a bordo due parlamentari (il maggiore
Harald von Hirschfeld, poi comandante delle truppe impegnate a Cefalonia, e il
colonnello Carlo Rossi del XXVI Corpo d’Armata). Lusignani stigmatizzò
l’attacco aereo avvenuto durante le trattative. Confermò le intenzioni italiane. I
parlamentari ripartirono.
Alle 1130 fu avvistato un convoglio di motozattere e motovelieri diretti
verso Coritza, con a bordo il gruppo tattico Dodel. Fattolo avvicinare, le
batterie e i reparti italiani aprirono il fuoco, affondando una motozattera e due
motovelieri, con perdita totale del personale imbarcato: qualche centinaio di
uomini. Tre motovelieri furono gravemente danneggiati. Un altro convoglio,
che lo seguiva, invertì la rotta. Lo stesso giorno giunsero 3500 uomini da Porto
(36)
Edda. Corfù fu inserita nella linea più meridionale di salvataggio, via mare,
(36) Si trattava di:
- Comando del 49° reggimento fanteria Parma, colonnello Elio Bettini;
- I battaglione (dislocato a Tebloni);
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