Page 45 - La Regia Marina nell Isole Ionie aprile 1941 - settembre 1944
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Doveva essere evitato l’uso delle armi, se non imposto. Dovevano essere
curate molto bene le comunicazioni radiotelegrafiche con Lecce, a mezzo delle
radio speciali in dotazione che, per qualche tempo, sarebbero state l’unico
mezzo di collegamento diretto.
Appena possibile si doveva procedere al recupero dei materiali speciali
(paracadute e aerorifornitori).
Il 7 maggio 1941, il capitano di fregata Salvatore Pesce, quale Coman-
dante di Marina Argostoli, inviava a Supermarina una relazione sull’oc-
cupazione di Cefalonia.
Egli, come da ordini ricevuti, alle 8 del 30 aprile si presentava al Co-
a
mando della 4 Squadra Aerea, a Brindisi. Data la necessità di coordinare
l’ammaraggio degli aerei e il lancio dei paracadutisti, i velivoli partirono solo
alle 1230. Sui velivoli imbarcarono gli equipaggi, il colonnello dell’Aeronautica
Renzo Dalle Mole, il colonnello di Stato Maggiore Arena, comandante della
spedizione, il Console della Milizia Cagnoni, il comandante Pesce, con il sotto-
tenente di vascello Andrea Pirandello, un capitano e un tenente dell’Esercito,
un capo manipolo e tre Camicie Nere.
Gli aerei giunsero sul cielo dell’isola alle 14. Furono notate numerose
bandiere bianche e una folla in attesa nel porto. Fu deciso di ammarare in
mezzo al porto, giungendo a terra a mezzo di imbarcazioni locali, su una delle
quali vi era il comandante del porto.
Contemporaneamente avveniva il lancio di 8 ufficiali e 64 paracadutisti,
con i quali gli sbarcati presero immediato collegamento. Fu facile prendere
contatto con le autorità locali. Subito dopo aver alzato la bandiera italiana, le
principali autorità locali vennero convocate in prefettura e fu firmato l’atto di
formale sottomissione e di resa. Dopo gli omaggi alla bandiera, al Re e al Duce,
le autorità locali si misero a disposizione per la cessione delle armi e del
materiale bellico e per la sistemazione del Comando, degli ufficiali e della
truppa.
La guarnigione greca, costituita da un battaglione praticamente disar-
mato, era stata sciolta prima dell’arrivo degli italiani. Dal comandante del porto
dipendevano due sottufficiali e sei marinai.
L’occupazione delle vicine isole di Itaca e Zante, per l’ora tarda, fu
rinviata al giorno dopo, 1° maggio. A Itaca furono inviati due ufficiali e 13
paracadutisti. A Zante furono inviati i rimanenti paracadutisti (4 ufficiali e 35
uomini). L’occupazione avvenne in assoluta tranquillità, con la collaborazione
della popolazione.
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