Page 67 - La Regia Marina nell Isole Ionie aprile 1941 - settembre 1944
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L’8 ottobre, alle 1745, partì da Brindisi per Navarino il piroscafo
Enrichetta (4652 tsl), carico di materiali vari della Marina per le basi della Grecia,
scortato dalla torpediniera Bassini. Alle 1330 del 10 il convoglio si trovava nei
pressi dell’isola Proti, mentre la torpediniera Bassini zigzagava di prora al
piroscafo, a una distanza di circa 1000 m. Nel rapporto del comandante della
torpediniera, il tenente di vascello Mario Vaccarezza riferì che alle 1330, stando
sulla dritta del piroscafo, un violento piovasco, vento forte e fulmini tolsero la
visibilità dell’Enrichetta. Il comandante della torpediniera, per le fortissime
perturbazioni elettriche della zona, dette ordine di cessare gli ascolti radiofonici
fino a migliori condizioni. Alle 1410 migliorò la visibilità ma non si riuscì a
vedere il piroscafo. Alle 1450, dopo aver ripreso lo zigzagare con rotta di
avvicinamento alla presunta posizione dell’Enrichetta e aver raggiunto i 18 nodi,
Vaccarezza avvistò a un miglio, sulla sua dritta, diversi natanti in mare.
Avvicinandosi, distinse fusti e rottami ai quali erano aggrappati numerosi
uomini. Alle 1530 mise a mare la iole e due battellini per il recupero dei
superstiti, con difficoltà, per il mare agitato. Alle 16 venne a sapere, dai primi
naufraghi imbarcati, che il piroscafo era stato silurato dal lato sinistro da un
sommergibile, ed era affondato. Alle 1730 Vaccarezza terminò l’imbarco dei
superstiti e iniziò a perlustrare la zona per essere certo che non vi fossero altri
uomini naufraghi. I rottami galleggiavano – insieme a barili di benzina, boe e
torpedini da blocco – in un cerchio di mille metri di diametro. Il comandante
della torpediniera cercò di comunicare a Marimorea il recupero dei naufraghi,
ma ne fu impedito dalle scariche atmosferiche. I naufraghi furono 78, di cui 18
feriti. Vaccarezza diresse a massima velocità per Navarino. I naufraghi (due
decedettero durante il ritorno) furono ristorati e vestiti con i mezzi disponibili a
bordo e ricorrendo anche a indumenti del personale stesso. L’Enrichetta aveva a
bordo 151 uomini, di cui 104 di passaggio; se ne persero 63, compresi i due a
bordo della torpediniera Bassini. La nave fu colpita da tre siluri, in
corrispondenza della stiva n. 1, del locale macchine e a poppa. Il primo e il
terzo provocarono incendio ed esplosione della benzina in fusti a poppa. La
nave affondò in 30 secondi. Il sommergibile che attaccò era il britannico Unison.
Il 26 luglio 1943, alle 4, partì da Valona la cisterna Alberto Fassio (2289
tsl), diretta a Patrasso e scortata dalla torpediniera Missori (capitano di corvetta
Mandini). Essendo interdetta la navigazione notturna nella zona di Capo
Dukato, Marina Valona aveva stabilito l’ora della partenza in modo che il
convoglio passasse il Canale di Santa Maura prima della notte. Alle 1730 la
cisterna, che non seguiva esattamente la rotta prescritta, incagliò sulle secche di
Capo Mitikas, a 5 miglia dall’imboccatura di Prevesa. Alle 2140 riuscì a
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