Page 63 - La Regia Marina nell Isole Ionie aprile 1941 - settembre 1944
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Il 30 dicembre la cisterna rumena Campina, scortata dalla motonave
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Egitto, con la sigla D 11 (capitano di corvetta Andrea Stagnaro), fu colpita, alle
1635, da due siluri del sommergibile Thorn, mentre dirigeva da Patrasso verso
Capo Dukato, dove doveva incontrare le due unità tedesche che ne avrebbero
assunto la scorta. Il Campina affondò con la perdita di un solo uomo.
Alle otto dello stesso giorno la motonave Città di Marsala lasciò Argostoli
per Navarino, con la scorta del cacciatorpediniere Turbine. Ad Argostoli aveva
imbarcato materiali per la base; materiali diversi (automezzi, trattori e
munizioni, olio in fusti e altro) e 54 militari (ufficiali e truppa) dovevano essere
portati a Navarino e a Patrasso. Alle 0930, 10 miglia a sud-ovest di Argostoli,
un siluro del sommergibile britannico Proteus la colpì al centro, in cor-
rispondenza della sala macchine. Gran parte del personale abbandonò la nave,
che però fu presa a rimorchio da due rimorchiatori usciti prontamente da
Argostoli e portata in porto. Nel luglio 1942 la nave fu rimorchiata a Cattaro e
nel successivo ottobre riprese servizio. La zona di agguato a nord-ovest di
Capo Dukato fu sfruttata anche in seguito.
La sera del 4 gennaio 1942 partì da Brindisi per Patrasso la motonave
Città di Palermo, D 3 (con a bordo 150 uomini di equipaggio e 600 militari), con
la scorta della motonave Calino. Verso le 8 del giorno successivo le due navi
erano a circa tre miglia a nord-ovest di Capo Dukato e avevano appena
accostato per la rotta di sicurezza del passo fra Santa Maura e Cefalonia
quando il Città di Palermo fu colpito da due siluri dello stesso sommergibile. La
nave affondò in soli sei minuti. Un motopeschereccio e un dragamine che
stavano effettuando operazioni di dragaggio nelle vicinanze giunsero sul posto
entro mezz’ora e, poco dopo, giunse anche la torpediniera Montanari.
Marimorea fece inviare la cisterna Sesia e il piroscafo Tergeste con medici e
materiale sanitario, viveri, coperte, e inviò per la caccia antisommergibile con
tutti i mezzi navali e aerei di cui disponeva.
Nell’affondamento si salvò la metà dell’equipaggio. Infatti molti furono i
morti per assideramento fra coloro che si erano gettati in mare.
Maricotraf sospese il traffico con le Isole Ionie.
Alle 4 del 10 gennaio il sommergibile Thrasher, circa 35 miglia a sud-est di
Capo Dukato, silurò il piroscafo Fedora, carico di carbone, partito da Brindisi e
diretto a Patrasso, con la scorta della nave Brindisi. Questa iniziò subito la
caccia al sommergibile, mentre l’equipaggio del piroscafo imbarcava, al
completo (8 marinai e 28 marittimi), sulle lance di salvataggio. Alle 0540 il
Fedora affondò, mentre il Brindisi proseguì per Patrasso, dove giunse alle 1415.
(18) La sigla D, con un numero progressivo, era data alle navi scorta.
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