Page 68 - La Regia Marina nell Isole Ionie aprile 1941 - settembre 1944
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disincagliarsi. Il comandante del Missori, in attesa di istruzioni da Marimorea o
da Brindisi (impedite dai forti disturbi atmosferici), escluse il ritorno a Prevesa,
perché era stata segnalata la presenza di una mina magnetica nei paraggi. Si
aggiungeva, all’impossibilità di comunicazione, la negligenza da parte della
cisterna nel seguire esattamente la torpediniera nelle inversioni di rotta. Il
comandante della torpediniera decise di invertire definitivamente la rotta e di
tornare indietro. Alle 0325 la cisterna urtò contro una mina dei nostri
sbarramenti e affondò dopo due fortissime esplosioni. Perdette 30 uomini.
Si ricorda, ancora, la tragica fine del Città di Catania, il piroscafo di 3355
tsl che durante l’ultimo periodo bellico faceva servizio postale Brindisi-
Durazzo. Il piroscafo, partito da Durazzo per Brindisi alle 0535 del 3 agosto
con 386 passeggeri e 103 persone di equipaggio, affondò alle 11, in circa due
minuti, colpito da due siluri lanciati dal sommergibile Unruffled. Dei passeggeri
riuscirono a salvarsi solo quelli che, trovandosi sui ponti scoperti, fecero in
tempo a gettarsi in mare. La notizia fu subito trasmessa in radiotelefono
(R.T.F.) dall’RD 32, e giunse alle 1102 al Comando Marina, che dispose per la
caccia antisommergibile con due motovedette, un MAS, due aerei Cant Z 501,
due apparecchi di Armera e poi con la corvetta Scimitarra.
Il 23 maggio 1943, tra Corfù e Zante, aerei mitragliarono e affondarono
un motoveliero in navigazione. Furono recuperati quattro naufraghi da un altro
motoveliero.
Il 30 maggio il piroscafo Tenacia Gennari, in navigazione da Prevesa a
Missolungi, fu mitragliato e spezzonato da tre aerei. Il carico di paglia in
coperta prese fuoco e il piroscafo si allagò e andò a poggiare sul fondo, a nord
dell’isola di Petala, di fronte a Itaca. Fu inviato ad assisterlo il rimorchiatore
Littoria, con il quale riuscì a spegnere l’incendio e a iniziare il prosciugamento
della stiva.
Alle 13 del giorno successivo il piroscafo fu disincagliato e proseguì per
Missolungi, dove giunse alle 19.
Il 3 giugno il rimorchiatore Ghirone, in navigazione da Santa Maura a
Patrasso, fu mitragliato da tre aerei e riportò lievi danni allo scafo e alle
infrastrutture.
Il 27 giugno, nel Canale di Santa Maura, quattro aerei attaccarono a volo
radente un convoglio composto dai piroscafi Quirinale, Campidoglio e Milano,
scortato dalle navi Brindisi e Rovigno. Il Quirinale, colpito, andò a incagliarsi. Il 1°
luglio, ancora incagliato nel Canale di Santa Maura, venne bombardato da aerei.
Una bomba esplose nelle soprastrutture, provocando gravi danni.
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