Page 85 - La Regia Marina nell Isole Ionie aprile 1941 - settembre 1944
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Il generale Gandin decise allora di inviare in Italia il sottotenente di
vascello Vincenzo Di Rocco con il motoscafo salvataggio dell’Aeronautica, il
Rama (con insegne della Croce Rossa). Il motoscafo partì alle 182230 con a
bordo, oltre a Di Rocco, il capo di seconda classe nocchiere Papetti, il secondo
capo meccanico De Candia e gli avieri scelti Mario Radaelli e Antonio Sessa. Il
19, a 40 miglia da Santa Maria di Leuca, il motore ebbe un’avaria; si alzò una
vela di fortuna. Il 21, dopo molti interventi, il motore ripartì e alle 11 il
motoscafo raggiunse Gallipoli. Alle 14, su una motocarrozzetta del Comando
Marina Gallipoli, Di Rocco arrivò a Brindisi, dove non gli fu facile farsi
ascoltare. A Capo Munda giunse, da Zante, un mezzo con il sottotenente
Alberto Germani e 18 genieri. (25)
Intanto, alle 0545, era iniziato l’attacco aereo tedesco, che precedette di
pochi minuti il previsto attacco italiano contro Kardakata.
I tedeschi contrattaccarono e occuparono Pharsa, Lamia (con gravi perdite
per il 317° fanteria), Plaraklata, e attaccarono, a loro volta, Phrankata, occu-
pandola e liberando i loro soldati catturati il 16. La sera i tre battaglioni italiani
impegnati nei combattimenti (I e II del 17° reggimento fanteria e III del 317°)
erano praticamente distrutti. Scattò, quindi, l’attacco decisivo tedesco, con
ampio appoggio aereo, da tre direzioni diverse contro le ultime forze italiane
rimaste: resti del II e III battaglione del 17° fanteria e tre batterie del 33°
reggimento artiglieria.
Negli ultimi due giorni l’Aeronautica italiana riuscì a intervenire, con un
esiguo numero di aerei, battendo e sorvegliando le postazioni di Capo Munta e
della penisola di Lixuri. Il 22 fu anche spezzonata la zona di Kardakata.
Alle 11, constatata l’impossibilità di arrestare gli attacchi tedeschi, il
generale Gandin chiese la resa, che gli venne concessa, ma senza condizioni.
Secondo le valutazioni dell’Ufficio Storico dell’Esercito, nei combattimenti
erano caduti 65 ufficiali (fra cui, il 22, il sottotenente commissario Salvatore
Denaro) e 1250 fra sottufficiali e soldati. Immediatamente dopo, in accordo
con le direttive date da Hitler e dal suo Stato Maggiore, iniziarono le azioni di
rappresaglia e le fucilazioni degli ufficiali e di quanti catturati con le armi in
mano.
Le fucilazioni continuarono fino al mattino del 25 settembre. Difficile è
la quantificazione di tali stragi.
I dati dell’Ufficio Storico dell’Esercito danno 155 ufficiali e 4750 uomini
di truppa, in una dozzina di località diverse. La stessa sorte subirono i reparti
della Marina presenti nelle isole.
(25) Dopo la resa saranno tutti fucilati il 22.
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