Page 80 - La Regia Marina nell Isole Ionie aprile 1941 - settembre 1944
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chiarendo che un’eventuale lotta aperta avrebbe comportato gravi rischi, con
poche speranze di successo, date la sproporzione dell’appoggio aereo
disponibile e la mancanza di mezzi antiaerei adeguati. Gandin interpellò i sette
cappellani presenti che, per il loro contatto con la truppa, potevano avere una
migliore visione dello stato d’animo dei soldati. I cappellani, dapprima
verbalmente, e poi per iscritto, consigliarono di cedere le armi.
La sera partì da Argostoli il motopeschereccio Stella Rinascente, che giunse
a Otranto il 12.
Ottenuta una dilazione tedesca, Gandin, la notte sul 12, inviò, a mezzo
della radio della Marina, via Corfù, un radiogramma al Comando Supremo
chiedendo istruzioni. Come dice nel suo libro il cappellano militare padre
Ghilardini, la mattina del 12 il capitano Pampaloni, che già dal giorno prima
aveva preso contatto con i capi della resistenza greca sull’isola, inviava al
capitano Apollonio il tenente greco avvocato Agesilao Migliaresi, per trattare
nell’eventuale azione congiunta contro i tedeschi. I partigiani greci si sarebbero
incaricati di controllare e disturbare i tedeschi della zona occidentale. Il
Comando del battaglione riservisti dell’E.L.A.S si stabilì a Peratata, mentre
presso il capitano Apollonio fu inviato il tenente Dionisio Georgopulos. Il
collegamento con le batterie italiane fu attuato con una radio affidata al capo
radiotelegrafista della Marina Fiobo Fedeli.
La sera del 12, i tedeschi, mentre erano ancora in corso le trattative che
prevedevano il mantenimento della situazione, sopraffecero i reparti italiani
presenti a Lixuri, facendoli prigionieri. Il personale venne successivamente
restituito (compreso quello della Stazione Vedetta di Gherogambo e della
batteria da 120/50). Intanto soldati italiani provenienti da Santa Maura
comunicarono che i tedeschi procedevano alla cattura dei militari italiani. Da
Corfù il colonnello Lusignani comunicò di aver sopraffatto il presidio tedesco.
Alle 22 i quattro dragamine dislocati a Guiscardo partirono per l’Italia, agli
ordini del tenente di vascello Salvatore Leotta. Tre giunsero a Taranto e uno a
Brindisi. A bordo vi era anche il personale della Stazione Vedetta di Capo
Dukato, giunto via mare a Guiscardo.
All’alba del 13 furono avvistate due motozattere tedesche (LMB,
(23)
Lendung Motor Boot), all’altezza di San Teodoro, con truppe e artiglierie a
bordo. Quando le unità giunsero presso l’imboccatura del porto di Argostoli,
a
alle 0943, il capitano d’artiglieria Renzo Pampaloni, comandante della 3
(23) Caratteristiche delle unità LMB: 239 tsl, lunghezza 47 m, un cannone per
affondare le mine, una mitragliera da 37 e un complesso binato da 20/70. Possibilità di
trasporto di 4/5 carri armati medi e 50 uomini armati.
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