Page 153 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Popolazione e nazionalità


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             croati e montenegrini – il numero degli jugoslavi internati dall’Italia.  Nel 1944
             la “Commissione di Stato jugoslava per l’accertamento dei misfatti compiuti dagli
             occupatori e dai loro coadiutori” raccoglierà prove d’accusa sui crimini di guerra
             commessi da tedeschi, collaborazionisti e italiani. “Internamento in condizioni di-
             sumane” sarà il capo d’accusa più frequente tra la documentazione jugoslava, che
             chiederà inutilmente l’estradizione di diverse personalità politiche e militari ita-
             liane, tra cui Roatta e i suoi più stretti collaboratori. Alle Nazioni Unite le autorità
             di Belgrado forniranno una lista di comandanti, ufficiali, responsabili di campi di
             internamento, soldati di truppa e personale civile, reclamandone la consegna per
             porli a processo. Lo Stato Maggiore dell’Esercito italiano in risposta aveva già di-
             sposto la raccolta di documentazione elaborata dal SIM e successivamente conflu-
             ita nel memoriale difensivo “Note relative all’occupazione italiana in Jugoslavia”
             (settembre 1945) denunciando le violenze compiute dagli jugoslavi nei confronti
             di questi ultimi e dei civili italiani. Nel 1946 il governo jugoslavo inoltrerà una
             nuova richiesta: il Ministero della Guerra italiano istituirà allora una commissio-
             ne d’inchiesta che nel tentativo di chiarire gli aspetti controversi in cui era stato
             coinvolto l’esercito italiano, ne minimizzò abbondantemente le colpe. Il governo
             italiano presenterà a sua volta una lista di presunti criminali di guerra jugoslavi re-
             sponsabili di efferatezze nei confronti dei soldati italiani e di “infoibamenti” tra la
             breve occupazione del 1943 e la successiva del 1945. Alcune personalità segnalate
             dagli jugoslavi, come Roatta (riparato nella Spagna franchista) e Bastianini, deferi-
             te alla giustizia militare, non saranno mai processati. Nel giugno del 1948, infine, la
             rottura tra Jugoslavia e Unione Sovietica farà cessare le richiesta di estradizione dei
             militari italiani e i deferimenti in atto in Italia saranno definitivamente archiviati.

























             162 C.S. Capogreco, op.cit., pp. 77-78.

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