Page 157 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La situazione generale


                     enché le battaglie di El Alamein (ottobre/novembre 1942) e Stalingrado
                     (dicembre 1942/gennaio 1943) appaiano oggi l’inizio della svolta della
             B guerra a favore degli Alleati, all’epoca dei fatti pochi avrebbero condiviso
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             fino in fondo questa impressione .
                I primi mesi del 1943 avevano infatti disperso le speranze di chi credeva in
             una cavalcata vittoriosa di russi e britannici alle calcagna del nemico sconfitto. In
             Tunisia la resistenza italo-tedesca, irrigiditasi nelle prime settimane del 1943, tra-
             mutò l’assalto alleato al bastione africano dell’Asse in una logorante battaglia che
             si sarebbe conclusa solo nel maggio, non senza aver visto nel febbraio il disastroso
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             debutto delle truppe statunitensi al passo di Kasserine  .
                In quello stesso febbraio sul fronte ucraino i sovietici avrebbero dilapidato gran
             parte del capitale accumulato con la vittoria di Stalingrado venendo sorpresi da una
             controffensiva tedesca a K’harkov, dove una armata corazzata venne distrutta al
             termine di un mese di combattimenti costati all’Armata Rossa 23.000 morti e 9.000
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             prigionieri .
                Se si aggiunge che contemporaneamente  i cicli di rastrellamento  Weiss  e
             Schwarz,  svoltisi in Jugoslavia fra gennaio e maggio, menavano colpi formidabili
             alle forze partigiane riducendole al limite estremo, si comprende come la situazione
             generale del conflitto, nella realtà già deciso dal rapporto di forze, apparisse nel
             complesso ancora in bilico.
                Il quadro per gli Alleati si rasserenò notevolmente solo nei mesi estivi, quando
             in Sicilia venne portato il primo assalto alla “Fortezza Europa” e la macchina da
             guerra dell’Asse mostrò di aver esaurito le sue capacità offensive su vasta scala.


             1  WINSTON CHURCHILL,  Storia  della  Seconda  Guerra mondiale,  Milano,  Mondadori,
                1950, Vol. IV, p. 726
             2  Oltretutto nel corso delle operazioni africane sarebbero venute alla luce preoccupanti defi-
                cienze tanto nella capacità operativa dei reparti statunitensi che nella loro disponibilità a co-
                ordinarsi con gli alleati britannici. La battaglia di Kasserine del febbraio 1943, costata quasi
                15.000 fra morti, dispersi e prigionieri, dimostrò chiaramente che i soldati venuti dall’Ameri-
                ca avrebbero avuto bisogno di tempo prima di raggiungere gli standard qualitativi di alleati e
                avversari. BANDINI FRANCO, L’estate delle Tre Tavolette, Pavia, Iuculano, 2005, pp. 131-
                136. Vedi anche: GEORGE F. HOVE, Northwest Africa: seizing the initiative in the west, in:
                United States Army in World War II. The mediterranean theater of operations. Office of the
                Chief of Military History Department of the Army. Washington D. C., 1957, p. 492.
             3  FRANCO BANDINI, L’estate delle Tre Tavolette, Pavia, Iuculano, 2005, pp. 67-68.

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