Page 161 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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L’estate 1943


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             di “reagire energicamente” ad ogni “tentativo di manomissione” da parte tedesca .
                Quando furono informati  dell‘imminenza  dell’armistizio Ambrosio e Roatta
             cercarono di correre ai ripari in poco tempo, ordinando il rientro in Italia del mag-
             gior numero possibile di forze dai Balcani e dalla Francia e radunando le restanti
             in grossi concentramenti. La cosa però andava concertata coi tedeschi, i quali sa-
             rebbero dovuti subentrare agli italiani nelle zone sgombrate. Costretti ad accettare
             l’ingresso in Italia di truppe tedesche senza autorizzazione, gli italiani dovevano in
             sostanza chiedere agli stessi tedeschi il permesso di farvi rientrare anche le truppe
             italiane.
                In un colloquio a Bologna il 15 agosto venne dunque affrontato lo spostamento
             in Italia delle divisioni schierate in Francia e Croazia. Mentre il generale Roatta
             esponeva la ragione del loro ridispiegamento, il generale Jodl, capo dell’Ufficio
             Operazioni dell’OKW interruppe: “Chiedo se le divisioni recuperate dalla Francia
             saranno schierate al Passo di Resia al Brennero ecc.”.
                Basti dire del clima in cui si svolse il colloquio che la delegazione tedesca entrò
             nella villa sede della conferenza solo dopo che fu circondata da un reparto di SS
             e che durante la riunione un ufficiale tedesco armato sedeva di fianco al generale
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             Jodl . I rapporti fra gli alleati erano questi .
                Al termine il generale Jodl si disse comunque d’accordo a che gli italiani ritiras-
             sero tre divisioni dalla Croazia . La prima sarebbe stata la re, il cui arrivo a Roma
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             era previsto per il 9 settembre.



             La situazione nei Balcani


                Vista dalla prospettiva dei Balcani, l’estate del 1943 non fu un periodo parti-
             colarmente intenso, soprattutto se confrontata con l’inverno e la primavera pre-
             cedenti, scandite dalle operazioni Weiss e Schwarz, conclusasi nel maggio con la
             momentanea rotta del movimento partigiano.
                Al termine dell’operazione Schwarz l’equilibrio delle forze nei territori dell’ex-
             Regno di Jugoslavia era assai diverso rispetto ai mesi precedenti. Dei cinque at-


             13  “Con l’afflusso di unità germaniche in Italia per la difesa della Sicilia prima e della penisola
                poi, il comportamento dell’Alleato è andato peggiorando fino a raggiungere limiti intollera-
                bili dopo il cambiamento del Governo”. AUSSME, Fondo M-3, B. 20, fasc. 6, “Promemoria
                in visione al Capo di Stato Maggiore Generale sul comportamento dell’Alleato tedesco”.
                Appunto per il Ministro degli Esteri del 5 agosto 1943, p. 2.
             14  ERICH KUBY, Il tradimento tedesco, Milano, Rizzoli, 1983, p. 175.
             15  AUSSME, Fondo H-5, B. 5, “Riunione di Bologna (Villa Federzoni) 15 agosto 1943”, p. 1.
             16  Ivi, p. 26.

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