Page 160 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.


            già in atto dalla fine del 1942: assumere il totale controllo dell’Europa meridiona-
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            le . Nel luglio, dopo la conclusione di  Zitadelle, cominciò dunque il trasferimento
            di truppe dalla Russia alle armate tedesche in Italia e nei Balcani, che in un anno
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            avrebbero raggiunto la consistenza rispettivamente di 25 e 27 divisioni .
               Gli italiani dal canto proprio non vollero e al tempo stesso non poterono arre-
            stare tale flusso imponente di uomini e mezzi. I primi ordini del Governo Badoglio
            riguardavano principalmente la necessità di neutralizzare ogni azione ostile da par-
            te dei fascisti e di eventuali formazioni comuniste che approfittassero del caos per
            attuare un tentativo rivoluzionario. Entrambe le esigenze furono assolte con estre-
            ma durezza. Riguardo i tedeschi al contrario, le istruzioni erano di non compiere
            alcun atto ostile, di ignorarli. E tali continuarono ad essere fino a metà dell’agosto
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            successivo .
               Quando infine le trattative di pace furono avviate e si presentò la necessità di
            considerare la reazione tedesca alla rottura dell’alleanza, il Governo italiano co-
            minciò a emanare le prime prudenti istruzioni per fronteggiare l’eventualità, che
            era una certezza, che i tedeschi non accettassero una uscita dell’Italia dalla guerra.
               Il generale Roatta, tornato in Italia a ricoprire l’incarico di Capo di Stato Mag-
            giore dell’Esercito, ed il generale Ambrosio, entrambi già comandanti della 2ª Ar-
            mata, vennero a trovarsi in una paradossale situazione. Nelle settimane precedenti
            infatti, mentre il Governo cercava di avviare le trattative di resa con gli Alleati,
            le esigenze militari li avevano costretti a ricorrere agli stessi tedeschi per cercare
            di arrestare l’avanzata nemica in Italia meridionale, dove intanto gli Alleati erano
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            sbarcati in Calabria .
               In quel momento l’afflusso delle truppe tedesche in Italia, ancor più massiccio
            dopo il 25 luglio, ammontava già a 9 divisioni a pieno organico,  mentre altrettante
            erano in movimento nei Balcani. Su di esse i comandi italiani non avevano alcun
            controllo, dovevano limitarsi a vederle prendere posizione in assetto di guerra fra le
            unità del Regio Esercito, ostentando un comportamento tale che lo stesso Ambrosio
            ai primi di agosto comunicò a Kesselring che avrebbe dato da allora in avanti ordine




            9  Il generale Blumentritt nelle sue memorie dichiara che la decisione di spostare consistenti
               forze nel teatro su-europeo fu presa solo nel 1943. Sebbene egli le quantifichi a solo sette
               divisioni, ribadisce come il loro ridislocamento indebolisse non poco il fronte orientale. AA.
               VV., Decisioni fatali, Milano, Longanesi, 1958, p. 177.
            10  Un anno dopo, nel giugno 1944 circa un milione di soldati tedeschi era stato trasferito dal
               fronte orientale P. BERINARIA, La situazione globale del conflitto, cit., p. 20.
            11  Nelle loro memorie tanto Ambrosio che Roatta affermano di aver conosciuto solo al 15 di
               agosto la decisione di arrendersi agli anglo-americani. ROMAIN H. RAINERO, I Quaran-
               tacinque giorni, in L’Italia nella Seconda Guerra Mondiale,cit., p. 94.
            12  ALBERTO SANTONI, Le operazioni in Sicilia e Calabria, Roma, USSME, 1989.

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