Page 23 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Italia entra nella Prima guerra mondiale al fianco dell’Intesa dopo aver
                       concluso a Londra, il 26 aprile 1915, il patto segreto che le promette,
             L'in caso di vittoria, ampi territori al confine orientale ai danni dell’Au-
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             stria-Ungheria.  Al termine del conflitto la dissoluzione della Duplice Monarchia
             e la creazione del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (Kraljevina Srba, Hrvata i
             Slovenaca, SHS, in seguito Regno di Jugoslavia, Kraljevina Jugoslavije), avrebbe
             tuttavia reso difficile l’adempimento delle promesse fatte al governo di Roma. Il
             complesso intrigo di nazionalità ereditato dall’Impero asburgico nell’area adriatica
             contesa al Regno SHS, rende infatti difficile una soluzione territoriale gradita a
             entrambe le parti. La popolazione slava in Dalmazia e nelle isole è andata aumen-
             tando costantemente negli anni, riducendo la comunità italiana a una minoranza
             presente prevalentemente nei centri urbani. Così quando alla Conferenza di Pace
             di Parigi la delegazione italiana, oltre ai territori promessi nel 1915, rivendica la
             città di Fiume (rijeka), le aspirazioni italiane incontrano l’opposizione dei circoli
             inglesi e del presidente americano Woodrow Wilson, inclini a soddisfare quelle
             jugoslave. Nell’aprile del 1919 Orlando e Sonnino abbandonano la Conferenza di
             Pace protestando per le posizioni degli alleati dinanzi le rivendicazioni adriatiche
             italiane e tornano in Italia accolti da grandi manifestazioni di patriottismo. Gabriele
             D’Annunzio conia l’espressione “vittoria mutilata” e a settembre occupa Fiume
             con i suoi legionari: la questione fiumana è risolta in un primo tempo il 12 novem-
             bre 1920 con il Trattato di Rapallo, che riconosce all’Italia l’Istria, Zara (Zadar) e
             alcune isole della costa (le più importanti Cherso/Cres, Lussino/lošinj, Lagosta/
             lastovo, Pelagosa/Palagruža), riconoscendo Fiume quale Stato libero (mai sorto)
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             sotto il controllo della Società delle Nazioni.  Successivamente, il 27 gennaio del
             1924, il Patto di Roma porta a un nuovo compromesso che consegna Fiume all’Ita-
             lia e assegna il sobborgo di Sušak allo Stato jugoslavo. 3

             1  Per il testo del Patto di Londra si veda A. Giannini, Documenti per la storia dei rapporti fra
                l’Italia e la Jugoslavia, Roma, Istituto per l’Europa orientale, 1934, pp. 7-12.
             2  Ibidem, Accordi di Rapallo, 12 novembre 1920, pp. 36-45. Si veda inoltre M. Dassovich, I
                molti problemi dell’Italia al confine orientale, 1 - Dall’armistizio di Cormons alla decaden-
                za del patto Mussolini-Pašić (1866-1929), Udine, Del Bianco, 1989, pp. 197-202 e ss.
             3  Accordi di Roma, 27 gennaio 1924, in A. Giannini, op. cit., pp. 124-161. Subito dopo ini-
                ziano a Belgrado le trattative per la risoluzione delle questioni di carattere pratico legate alle
                intese di Roma, che portano agli accordi dell’estate del 1924 e a integrazione di questi ulti-
                mi agli Accordi di Nettuno del 20 luglio 1925. Ibidem, Accordi di Belgrado, 14 luglio e 21

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