Page 28 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.
porti con lo Stato jugoslavo si conferma ora più che mai una fondamentale garanzia
per l’influenza italiana nei Balcani dinanzi all’aggressività dell’alleato tedesco. An-
cora nel gennaio del 1939 il principe Pavle rassicura il ministro degli Esteri Ciano
che la monarchia sostiene senza riserve l’azione del premier Stojadinović e che la
stabilità e la sicurezza jugoslave sono necessariamente da cercarsi nell’ambito della
politica di equilibrio dell’Asse. L’amicizia con l’Italia – afferma Pavle – rappresen-
ta la migliore assicurazione contro la preoccupante pressione politica ed economica
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che la Germania va esercitando sulla Jugoslavia. Un mese dopo, tuttavia, Pavle
sorprendentemente destituisce Stojadinović e incarica Dragiša Cvetković di forma-
re il nuovo esecutivo, con il preciso compito di risolvere una volta per tutte la que-
stione nazionale (in primo luogo la conflittualità con la componente croata). La
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destituzione di Stojadinović non può risultare gradita ai governi di Roma e Berlino,
che la considerano, malgrado le ripetute rassicurazioni di Pavle, la prova evidente
di come gli sforzi italo-tedeschi di attrarre la Jugoslavia nella propria sfera d’in-
fluenza continuino a scontrarsi con le posizioni filo-occidentali del reggente e di
gran parte dell’establishment belgradese.
L’occupazione tedesca di Praga, nel marzo successivo, rappresenta per Pavle
l’ulteriore segnale della necessità di arrivare ad un accordo con i croati per la crea-
zione di un governo di concentrazione nazionale. È soprattutto l’ambiguità tedesca
a preoccupare Belgrado, che attribuisce a Berlino mire su Croazia e Slovenia: pur
contraria ad un’azione di forza nei Balcani, la Germania sostiene infatti attiva-
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mente il partito contadino di Maček. La penetrazione tedesca nei Balcani è a sua
volta temuta dall’Italia e la premessa per la realizzazione della politica di potenza
dell’Asse è proprio il disinteresse tedesco nelle questioni croate – più volte affer-
mato da Hitler e Ribbentrop all’alleato di Roma – con il riconoscimento in tutta
l’area mediterranea, e in particolare in Grecia e Jugoslavia, della preminenza de-
guerra mondiale, Milano, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione, F.lli
Ferrari, 1967, pp. 5-6.
15 ASDMAE, b. 1165 (UC 49), fasc. 3, Corrispondenza relativa ai rapporti con la Jugoslavia,
settembre 1933 - aprile 1940, Viaggio di S.E. il Ministro in Jugoslavia, 18-23 gennaio.939-
XVII, Colloqui Ciano-Stojadinovitch, Ministero degli Affari Esteri, Viaggio in Jugoslavia,
18-23 gennaio XVII (1939).
16 Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito (AUSSME), fondo I-4, Car-
teggio Stato Maggiore Generale – Comando Supremo – Stato Maggiore Difesa, anni 1924-
1948, b. 6, fasc. 5, Notizie politiche-militari sulla Jugoslavia dal 24 gennaio 1939 al 16 feb-
braio 1940, Ufficio di S.E. il Capo di Stato Maggiore Generale, Stralcio notiziario mensile
Stati esteri del S.I.M. – marzo 1939, Jugoslavia, Situazione politica interna e riflessi di poli-
tica estera.
17 Ibidem, Ufficio di S.E. il Capo di Stato Maggiore Generale, Stralcio notiziario mensile Stati
esteri del S.I.M. – marzo 1939, Jugoslavia.
28 Capitolo secondo

