Page 32 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.


            dell’impossibilità delle potenze occidentali di inviare un concreto aiuto nei Balcani
            sono propensi ad accordarsi con la Germania e quanti continuano invece a soste-
            nere un’aperta presa di posizione favorevole a inglesi e francesi. Alti ecclesiastici
            fra cui il patriarca ortodosso, uomini d’affari e ufficiali dell’esercito ritengono le
            potenze occidentali in grado di sconfiggere la Germania: schierarsi con i tedeschi
            non solo sarebbe stato inconciliabile con la tradizione serba ma alla lunga si sareb-
            be dimostrato svantaggioso. 29
               Nel dicembre del 1940 hanno inizio gli incontri per legare concretamente la
            Jugoslavia al sistema di alleanze tedesco con un primo colloquio tra Hitler e il
            ministro degli Esteri Cincar-Marković. Gli obiettivi urgenti che si pone la Ger-
            mania,  all’approssimarsi  dell’anno  nuovo, sono sottrarre  l’Italia  all’umiliazione
            in Grecia e garantire al reich un’alleanza strategica per la guerra all’Unione So-
            vietica. Entrambi non possono prescindere dall’adesione di Belgrado al Patto Tri-
            partito. Il 14 febbraio, mentre la notizia della rottura delle relazioni diplomatiche
            tra Inghilterra e Romania desta nuove preoccupazioni in Jugoslavia, Cvetković e
            Cincar-Marković si recano da Hitler e Ribbentrop in Austria per chiarire la posi-
            zione jugoslava nell’eventualità di un passaggio delle truppe tedesche in Bulgaria.
            I circoli politici e militari belgradesi sono convinti che la Bulgaria non si opporrà
            al passaggio tedesco e che l’Unione Sovietica e la Turchia non reagiranno sino a
            quando non saranno direttamente minacciati i loro territori e i loro più vicini inte-
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            ressi.  I colloqui si concludono con la netta affermazione tedesca di voler eliminare
            qualsiasi ingerenza inglese nei Balcani e l’invito più o meno chiaramente esplicito
            ai ministri jugoslavi ad aderire al Tripartito. 31
               Il 1º marzo 1941 l’adesione della Bulgaria al Tripartito e la conseguente pe-
            netrazione delle truppe tedesche nel Paese accelerano la messa in atto da parte
            di Belgrado di misure difensive alla frontiera sud-orientale, in attesa della deci-
            sione dell’atteggiamento politico da adottare. Lo stesso Pavle si reca in incognito
            al Berghof (4 marzo) per continuare le conversazioni con i tedeschi. L’obiettivo
            è guadagnare tempo ma la situazione non permette di dilazionare ulteriormente
            la presa di una chiara posizione, che peraltro sembra sempre più propendere per
            l’adesione jugoslava alla politica dell’Asse, come confermato dall’intervento del
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            governo presso gli ambienti militari per modificarne le note simpatie filo-inglesi.  I

            29  Ibidem, b. 60, fasc. 4, Stato Maggiore R. Esercito-S.I.M., Situazione generale Jugoslavia
               (politico-militare), 30 maggio 1940-28 dicembre 1940, Stralcio situazione settimanale n.
               160, Jugoslavia, 5 dicembre 1940.
            30  Ibidem, b. 66, fasc. 2, Stralcio del bollettino settimanale n. 8, Jugoslavia, Situazione politi-
               co-militare, 20 febbraio 1941-XIX.
            31  Ibidem, Stralcio della situazione settimanale n. 10, Jugoslavia, Situazione politico-militare,
               6 marzo 1941-XIX.
            32  Ibidem, Stralcio del bollettino giornaliero n. 68, Jugoslavia, 9 marzo 1941-XIX.

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