Page 34 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.


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            marzo), delle truppe tedesche lungo la frontiera bulgaro-jugoslava.  Infine il 25
            marzo 1941 Cvetković e Cincar-Marković firmano l’adesione al Patto Tripartito.
            L’accordo prevede espressamente l’impegno tedesco a non violare i confini jugo-
                                                                                    40
            slavi, salvo il diritto di transito delle truppe tedesche per raggiungere la Grecia.
            L’adesione jugoslava al Tripartito, avvenuta dopo lunghe esitazioni e contrasti in-
            terni, pone la popolazione e l’esercito dinanzi al fatto compiuto. Il viaggio a Vienna
            dei due ministri è stato tenuto in gran segreto, ma il 26 marzo al rientro a Belgrado
            la notizia si diffonde rapidamente e la situazione precipita: nella capitale e nelle
            principali città serbe hanno luogo manifestazioni ostili al governo, che dispone un
            largo spiegamento di forze di polizia, la chiusura delle scuole e severe disposizioni
            per prevenire attentati ed atti di sabotaggio. 41
               La  notte  tra  il 26 ed il  27 marzo  nella  capitale  jugoslava  il  generale  Dušan
            Simović,  ex  capo  di  Stato  Maggiore  e  il  generale  Bora  Mirković,  comandante
            dell’aviazione, sostenuti dai servizi segreti britannici, dalle forze armate jugoslave
            e con il beneplacito dei circoli politici serbi e del clero ortodosso, attuano un col-
            po di Stato incruento che pone fine alla reggenza del principe Pavle e investe del
            potere regio il giovanissimo Petar, ancora diciassettenne. Il governo Cvetković è
            destituito e il primo ministro, insieme al ministro degli Esteri Cincar-Marković e
            ad altri alti funzionari statali, sono momentaneamente posti agli arresti. Il giorno
            dopo il giovane Petar pone Simović alla guida del governo, il quale si affretta a
            comunicare a Berlino e a Roma l’intenzione di voler onorare gli impegni presi dal
            precedente governo con l’adesione al Tripartito. Il governo Simović è deciso a non
            intraprendere iniziative che ai tedeschi possano apparire provocatorie, nel tentativo
            di evitare la guerra o per lo meno di guadagnare altro tempo, nella speranza che
            nuovi imprevedibili eventi possano arrestare la discesa tedesca nei Balcani. 42
               Lo Stato Maggiore Generale italiano avverte i comandi supremi dell’esercito,
            della marina e dell’aviazione di tenersi pronti nel caso i tedeschi siano intenzionati
            ad aprire le ostilità contro la Jugoslavia.  Nelle prime ore del 28 marzo l’amba-
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            sciatore tedesco a Roma Hans Georg von Mackensen consegna a Mussolini il co-


            39  Cfr. G. Perich, op. cit., p. 63
            40  Si veda lo scambio di note tra i governi jugoslavo, italiano e tedesco, in DGFP, Series D, Vol.
               XII, docc. 205, 206, 207, 208. Anche DDI, Nona serie, vol. VI, doc. 778.
            41  AUSSME, H-3, b. 66, fasc. 2, Stralcio della situazione settimanale n. 13, Jugoslavia, 27
               marzo 1941-XIX; id., Stralcio del bollettino giornaliero n. 87, Jugoslavia, 28 marzo 1941-
               XIX.
            42  G. Perich, op. cit., pp. 71-74.
            43  AUSSME, I-4, b. 18, fasc. 5, Operazioni alla frontiera jugoslava dall’8 marzo al 14 maggio
               1941, Comando Supremo Stato Maggiore Generale-Ufficio Operazioni, a Superesercito, Su-
               permarina, Superaereo, Ministero della Guerra-Gabinetto, oggetto: Situazione in Jugoslavia,
               f.to il Capo di Stato Maggiore Generale, 27 marzo 1941-XIX.

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