Page 30 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.
l’intervento italiano in Croazia. L’eventuale linea d’azione prevede: insurrezione
croata, occupazione di Zagabria, arrivo di Pavelić, invito all’Italia ad intervenire
per assicurare l’ordine pubblico, costituzione del Regno di Croazia, offerta della
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corona al re d’Italia. L’Italia avrebbe quindi approfittato di un collasso jugoslavo
dall’interno, ma era da escludersi una sua azione di forza diretta, poiché avrebbe
assorbito un tal numero di forze che, ove il collasso non fosse stato completo e
repentino, avrebbe complicato non solo le operazioni militari a oriente, ma anche
la semplice sorveglianza della frontiera opposta, quella occidentale. Il 10 maggio
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Ciano incontra Pavelić per stabilire i tempi del movimento insurrezionale, racco-
mandando di non affrettare l’azione per evidenti ragioni di carattere internazionale
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e di attendere in ogni caso il via da Roma. Lo Stato croato avrebbe avuto un’unio-
ne monetaria e doganale con l’Italia e avrebbe istituito un esercito nazionale croato
(Domobranstvo). In un secondo tempo avrebbe stabilito l’unione personale con il
Regno d’Italia, facilmente realizzabile una volta che le truppe italiane si fossero
stabilite definitivamente in Croazia. Queste avrebbero fatto il loro ingresso a Zaga-
bria guidate dagli ustaša addestrati in Italia.
Le voci di un’azione più o meno imminente delle potenze dell’Asse si diffondo-
no rapidamente anche in Jugoslavia. L’attesa dei risultati dei colloqui in corso tra le
potenze dell’Asse e Ungheria, Romania e Bulgaria è febbrile, mentre in Croazia gli
ustaša, strettamente sorvegliati, sono arrestati e tradotti a Belgrado per il minimo
motivo. A luglio a Sušak una manifestazione in favore di Pavelić e dell’indipen-
denza croata, che vede la partecipazione di circa cinquecento persone, si conclude
con l’intervento della gendarmeria e numerosi arresti. Il movimento separatista
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continua l’attiva propaganda anti-governativa facendo circolare insistentemente la
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notizia di un imminente attacco italiano in suo supporto. Il malcontento diffuso tra
i soldati croati e sloveni porta l’establishment serbo, sempre più sospettoso nei loro
confronti, a rinforzare i reggimenti costituiti da croati con elementi serbi e bosniaci,
considerati più affidabili, e lo stesso avviene nei reparti di gendarmeria alla frontie-
ra, anche se sintomi di insofferenza vanno crescendo anche tra i bosniaci musulma-
21 G. Ciano, 21-23 gennaio 1940. Si veda inoltre DDI, Nona serie, 1939-1943, Vol. III, docc.
182, 194; E. Collotti, T. Sala, G. Vaccarino, op. cit., pp. 32-33.
22 AUSSME, H-3, Carteggio Servizio Informazioni Militare (SIM), Notiziari Stati Esteri, Bol-
lettini, Seconda Guerra Mondiale, b. 59, fasc. 2, Jugoslavia notizie situazione militare 1940,
Ministero della Guerra, S.I.M., a Comando del Corpo di Stato Maggiore-Ufficio Operazioni
I, prot. n. z/38485, oggetto: Jugoslavia-situazione militare, f.to Generale di Brigata Capo
Servizio G. Carboni, Roma, 1° maggio 1940-XVIII.
23 G. Ciano, 10 maggio 1940.
24 AUSSME, H-3, b. 60, fasc. 4, Carteggio del Servizio Informazioni Militari (S.I.M.) relativo
ai vari Stati, Jugoslavia, Roma 20 luglio 1940-XVIII.
25 Ibidem, Stralcio della situazione settimanale del S.I.M. n. 142, Jugoslavia, 1° agosto
1940-XVIII.
30 Capitolo secondo

