Page 37 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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I rapporti italo-jugoslavi tra le due guerre
ha diffuso entusiasmo tra i serbi, la destituzione di Pavle e Cvetković è vista dai
croati come una condanna dello Sporazum e una riaffermazione dell’egemonia di
Belgrado: Maček, nonostante le insistenze degli emissari tedeschi, rimane tuttavia
fermo nella volontà di non separare la Croazia dalla Jugoslavia ed entra nel governo
solamente in seguito alle assicurazioni avute in merito al rispetto dello Sporazum
e alla conferma dell’alleanza con la Germania. Il 4 aprile accetta la vicepresidenza
del governo nel tentativo di garantire l’autonomia croata all’interno dello Stato
jugoslavo e rifiuta il ruolo offertogli dai tedeschi di “premier-fantoccio”, dichiaran-
dosi al più disponibile a sostenere l’indipendenza croata senza avervi parte attiva.
Le assicurazioni di Belgrado alle potenze dell’Asse si rivelano vane: il 5 aprile il
governo jugoslavo stringe un patto di amicizia e non aggressione con l’Unione
Sovietica, nella speranza che un avvicinamento a Mosca possa scongiurare l’immi-
nente attacco, ma Hitler è ormai convinto che la questione jugoslava non ammetta
altra soluzione che quella militare e all’alba del 6 aprile 1941 le truppe dell’Asse
invadono la Jugoslavia. 50
50 DGFP, Series D, Vol. XII, docc. 281, 289; DDI, Nona serie, vol. VI, docc. 865, 868. Sull’ac-
cordo sovietico-jugoslavo si veda G. Perich, op. cit., pp. 97-99.
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