Page 41 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
P. 41

operazione Castigo è condotta da divisioni tedesche, italiane e unghe-
                       resi sostenute da bombardamenti aerei. Distruggendo a terra gran par-
             L'te dell’aviazione jugoslava, i tedeschi s’impossessano del controllo dei
             cieli, operando indisturbati: sono attaccati gli aeroporti di Sarajevo, Podgorica e
             Mostar, quest’ultimo con il concorso delle incursioni italiane sul porto di Spalato
             (Split) e l’arsenale di Cattaro (Kotor). Belgrado è distrutta nei primi due giorni di
             guerra con massicci bombardamenti che paralizzano i centri dell’amministrazione
             civile e militare jugoslava. Il 9 aprile formazioni di velivoli italiani attaccano la
             base navale di Sebenico (Šibenik), colpendone gli impianti ferroviari e i fabbricati;
             il giorno dopo truppe jugoslave sono bombardate presso Bencovazzo (Benkovac).
             Le armate tedesche dilagano da nord mentre le truppe ungheresi occupano par-
             te della Vojvodina e della Slovenia; la Romania e la Bulgaria, da cui viene sfer-
             rato parte dell’attacco tedesco, non partecipano all’offensiva, anche se le truppe
             bulgare,  successivamente,  concorreranno  all’occupazione  dei territori  macedoni
             e di parte della Serbia. L’11 aprile è dato il via all’offensiva delle unità italiane,
             che avanzano in Slovenia e lungo la costa dalmata senza incontrare particolare
             resistenza. Le truppe italiane operano sul fronte giuliano, zaratino e dal confine
             albanese-jugoslavo. La frontiera giuliana è affidata alla 2ª Armata, comandata dal
             generale Vittorio Ambrosio, con cinque Corpi d’Armata – V (zona nord-ovest del-
             la Croazia), VI (Dalmazia), XI (Slovenia occidentale), autotrasportabile e celere
             (sud-ovest della Croazia) – mentre un’altra colonna si muove da Zara. L’obiettivo
             è puntare l’allineamento Spalato-Jaice, in concomitanza con l’azione tedesca nella
             valle della Sava, finalizzata alla presa di Belgrado. L’offensiva, preceduta da alcune
             azioni minori in territorio sloveno, ha inizio con la repentina occupazione di Lubia-
             na da parte dell’XI Corpo d’Armata, prevenendo l’occupazione della città da parte
             tedesca. Il giorno successivo, mentre il V Corpo d’Armata da Fiume muove verso
             Karlovac occupando Sušak, sono avviate anche le operazioni sul fronte di Zara,
             con puntate verso l’interno – Bencovazzo e di lì fino a Knin (tenìn nei documenti
             italiani) – e l’occupazione di alcune isole dinanzi la città costiera. Il 14 aprile la
             Divisione torino, partita da Fiume il 12 con l’obiettivo di congiungersi alla colonna
             proveniente da Zara, prima conquista Gračac, poi l’importante nodo ferroviario di
             Knin e infine punta su Sebenico, che cade in mani italiane insieme a Spalato il 15,
             giorno del definitivo tracollo jugoslavo. La sera del 16 aprile unità italiane raggiun-
             gono Mostar e il giorno successivo Ragusa (Dubrovnik), mentre viene completata
             la conquista della Slovenia sud-occidentale e le truppe tedesche, già da qualche


                                                                                    41
   36   37   38   39   40   41   42   43   44   45   46