Page 45 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Le operazioni della 2ª Armata e la creazione dello Stato Indipendente Croato


             zona” (da Karlovac – incluse Bihać, Bugojno e Prozor – a Bileća e Čajniče sulla
             Drina) fino alla linea di demarcazione con l’occupazione tedesca, zona posta sotto
             il controllo civile e militare croato, rimarrà aperta all’eventuale accesso di trup-
             pe italiane o tedesche in caso di necessità. Le tre diverse condizioni renderanno
             l’amministrazione militare italiana dei territori dello Stato Indipendente Croato non
             poco confusa, creando più di un attrito tra milizie croate ed esercito italiano per le
             competenze territoriali: nell’immediato, però, consentono all’Italia di mantenere
             truppe d’occupazione a presidio di vaste zone della Croazia e della Bosnia-Erzego-
             vina, unico mezzo per tentare di esercitare un’effettiva influenza sull’altra sponda
             dell’Adriatico.
                Le truppe italiane si dispongono in tal modo a presidio di larghe zone della Dal-
             mazia, nonostante il governo croato tenti di estendere l’organizzazione dell’appa-
             rato statale dello Stato Indipendente Croato anche a centri costieri come Sebenico
             e Spalato – obiettivi delle aspirazioni italiane – per legittimare il proprio potere
             sull’intera costa occupata dall’alleato italiano. Il comando della 2ª Armata è ini-
             zialmente stabilito a Sušak ma il Poglavnik, per agevolare i rapporti tra Kvaternik
             e Ambrosio, spinge per trasferirlo a Karlovac, meno distante da Zagabria, dove
             rimarrà fino al settembre del 1941, quando tornerà alla sede iniziale.  Il 16 aprile
                                                                          13
             Mussolini nomina commissario civile nei territori sloveni il segretario federale di
             Trieste Emilio Grazioli e per le terre dalmate Athos Bartolucci, segretario federale
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             di Zara.  I commissari civili, con sede a Lubiana e Spalato, pur trattando diretta-
             mente con i vari ministeri per gli affari di propria competenza, vengono sottoposti
             alle dipendenze dei comandanti dei corpi d’armata di Lubiana (XI CdA) e Sebenico
             (VI CdA), in materia di ordine pubblico e sicurezza e di attività e compiti delle
             truppe d’occupazione. I commissari sono incaricati di provvedere al funzionamento
             dei servizi civili e esercitare le funzioni di pertinenza delle autorità politiche regio-
             nali jugoslave, in attesa della loro abolizione, vigilando sulle pubbliche ammini-
             strazioni locali affinché si attengano alle direttive delle autorità militari. 15
                La popolazione dalmata matura fin da subito un forte sentimento irredentista
             – istigato dagli ustaša ma in realtà comune a tutti i croati – decisamente ostile a




             13  ASDMAE, b. 1493 (AP 28), Ministero degli Affari Esteri, Gab.A.P., a R. Ministero Guerra-
                Gabinetto, telegramma n. 15055 P.R., segreto, Roma 12 maggio 1941-XIX.
             14  In merito ai commissariati civili si veda M. Dassovich, Fronte jugoslavo 1941-42, pp. 13-16.
                Per una ricostruzione dell’operato di Athos Bartolucci in qualità di Commissario civile per
                la Dalmazia si veda la relazione consegnata dal federale a Mussolini il 26 maggio 1941, testo
                allegato in O. Talpo, op. cit., pp. 244-252.
             15  AUSSME, M-3, b. 580, Comando 2ª Armata, Ufficio Affari Civili, Allegato al foglio n. 11
                prot. A.C., Segreto, oggetto: Mansioni e compiti dei Commissari Civili, f.to generale Vittorio
                Ambrosio, P.M.10, 26 aprile 1941.

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