Page 43 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Le operazioni della 2ª Armata e la creazione dello Stato Indipendente Croato


             istigati al sabotaggio dai proclami di Pavelić, non hanno palesato alcuna volontà di
             resistere all’invasione. Non si sono presentati alle armi e in alcuni casi sono insorti
             disarmando le truppe jugoslave; il 10 aprile, poi, anche grazie alle loro diserzioni,
             le truppe tedesche sono entrate a Zagabria senza colpo ferire, accolte da applausi e

             festeggiamenti, eai microfoni di “Radio Zagabria” Slavko Kvaternik ha proclama-
             to lo Stato Indipendente Croato (Nezavisna Država Hrvatska, NDH). Pochi giorni
             dopo nella capitale croata arriva anche Pavelić, partito dall’Italia il 12 aprile. Da
             anni lontano dalla Croazia, in patria nonostante l’accresciuta notorietà degli ultimi
             anni il Poglavnik rimane un leader poco conosciuto, estraneo a gran parte della so-
             cietà rurale. Il consenso raccolto sul momento è soprattutto dovuto alla proclamata
             indipendenza. 5
                Alla disfatta militare segue la spartizione dei rimanenti territori jugoslavi: Italia,
             Germania, Ungheria e Bulgaria procedono allo smembramento della Jugoslavia e
             alla demarcazione delle rispettive zone d’occupazione. Quella italiana dovrà ne-
             cessariamente comprendere la costa dalmata, il Montenegro, il Kosovo e, a nord,
             la conca di Lubiana. Il pericolo dell’allargamento dell’orbita tedesca all’Europa
             sud-orientale è una delle principali preoccupazioni di Mussolini. Ribbentrop invita
             Ciano a discutere la spartizione dei territori jugoslavi tenendo conto dei “comuni
             interessi”: il ministro degli Esteri tedesco ha già annunciato la decisione di annet-
             tere al reich tutto il territorio sloveno a nord di Lubiana e di lasciare all’Italia la
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             Slovenia meridionale.  Su almeno due questioni particolarmente care agli italiani
             i tedeschi continuano tuttavia ad esprimere riserve e non si impegnano a sostenere
             apertamente le aspirazioni dell’alleato: la costa dalmata (pur lasciandovi mano libe-
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             ra) e l’unione personale fra Italia e Stato Indipendente Croato.  Ribbentrop e Ciano
             s’incontrano prima a Vienna il 18 aprile con tutti gli alleati e poi il 21 e il 22 in un
             colloquio riservato. Il ministro tedesco conferma l’apparente disinteresse tedesco
             per le questioni italo-croate, lasciando ai diretti interessati il compito di trovare una
             soluzione per la definizione del confine e delle questioni ad esso connesse. 8
                L’Italia annette infine la Slovenia meridionale compresa Lubiana, la Dalmazia
             (destinata a diventare un governatorato italiano) con Cattaro, stabilisce un protet-



             5  ASDMAE, b. 1493 (AP 28), Armistizio pace, AG Croazia P.G., aprile-dicembre 1941, Mi-
                nistero degli Affari Esteri-Gab.A.P. Uff. Croazia, a PNF, Governo della Dalmazia, R. Amba-
                sciata Berlino, R. Ambasciata Santa Sede, Telespresso n. 03183, oggetto: Situazione in Cro-
                azia, f.to Ducci, Roma, 31 luglio 1941-XIX, in allegato copia del rapporto del consigliere
                nazionale Coselschi, Riservatissimo, Osservazioni sull’attuale situazione in Croazia, Zaga-
                bria, 4 giugno 1941-XIX.
             6  DGFP, Series D Vol. XII, docc. 238, 363.
             7  E. Collotti, T. Sala, G. Vaccarino, op. cit., p. 34.
             8  ASDMAE, b. 1167 (UC 51), fasc. 1, Colloqui di Ciano a Vienna 21-22 aprile 1941-XIX. An-
                che DGFP, Series D, Vol. XII, doc. 385, e DDI, Nona Serie, Vol. VI, docc. 956, 967.

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