Page 49 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Le operazioni della 2ª Armata e la creazione dello Stato Indipendente Croato


             Le autorità italiane rinforzano i presidi cittadini, aumentano i servizi di controllo e
             perlustrazione e ordinano il trasferimento a Fiume dei militari croati dell’esercito
             jugoslavo che fino a quel momento sono stati rimandati – non senza difficoltà – alle
             proprie case, provvedimento che segue l’arresto, due settimane prima, di alcuni
             ustaša trattenuti presso il locale comando dei carabinieri. 25
                Gli attriti tra italiani e croati a Spalato preoccupano anche Raffaele Casertano,
             incaricato d’affari italiano a Zagabria, e il console generale d’Italia Luigi Arduini
             (giunto in città ad aprile), che palesano al Ministero degli Affari Esteri il timore che
             rappresaglie e persecuzioni nei confronti della popolazione cittadina croata possa-
             no turbare le relazioni italo-croate e la stabilità di Pavelić.  Arduini conferma per
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             la popolazione di Spalato quanto affermato da Ambrosio per l’intera Dalmazia,
             ovvero che le truppe italiane sono state accolte con generale benevolenza dalla
             popolazione croata nell’illusione che l’occupazione si riveli provvisoria e non com-
             prometta le sorti dalmate. Casertano, invece, da subito attento ad un atteggiamento
             conciliante con il governo di Zagabria – atteggiamento che lo avrebbe presto por-
             tato ad un aperto contrasto con le autorità militari italiane – chiede l’intervento di
             Roma presso le autorità italiane sul litorale affinché evitino l’arrivo nella capitale
             croata delle personalità politiche ed ecclesiastiche della costa che alimentano l’irre-
             dentismo croato. “È fin troppo evidente – afferma Casertano – come nella capitale
             croata le indiscrezioni sull’andamento dei negoziati per i confini e l’indecisione
             sulla sorte di Spalato alimentino dubbi e incertezze che spostano l’opinione pubbli-
             ca su posizioni filo-tedesche”. 27
                La popolazione, infatti, continua ad apparire “disorientata, diffidente ed incerta”
             sull’atteggiamento da tenere nei riguardi degli italiani. Se inizialmente le truppe
             italiane sono state accolte con sollievo per il cessare dei disordini e dei primi ecces-
             si commessi dagli ustaša, anche qui all’entusiasmo è presto subentrata la delusione
             per un’occupazione che sembra giorno dopo giorno meno provvisoria. Continua ad
             essere diffusa l’opinione – o meglio la speranza – che gli italiani non rimangano
             in città e che Spalato diventi parte dello Stato croato: profonda delusione si avrà
             nell’apprendere la diversa realtà. Decise misure sono prese dalle autorità militari


             25  ASDMAE b. 1493 (AP 28), R. Legazione Zagabria, a Gab.A.P. (U.C.), telegramma n. 13753
                P.R., oggetto: Rimpatrio soldati croati, f.to Casertano, Zagabria, 11 maggio 1941-XIX; Mi-
                nistero degli Affari Esteri-Uff. Gab.A.P., a Ministero della Guerra-Gabinetto, telegramma n.
                16056 P.R., 12 maggio 1941-XIX; id., A.G.I, a Comando Supremo S.M.G.-Uff. Pers. e Affa-
                ri Vari, Prigionieri di origine croata, f.to Anfuso.
             26  Ibidem, Ministero degli Affari Esteri-Gab.A.P. Uff. Croazia, a PNF, Governo della Dalma-
                zia, R. Ambasciata Berlino, R. Ambasciata Santa Sede, Telespresso n. 03183, oggetto: Si-
                tuazione in Croazia, f.to Ducci, Roma, 31 luglio 1941-XIX, in allegato copia del rapporto
                del consigliere nazionale Coselschi, Riservatissimo, Osservazioni sull’attuale situazione in
                Croazia, Zagabria, 4 giugno 1941-XIX.
             27  O. Talpo, op. cit., pp. 265-271 e 378-379.

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