Page 144 - Le bande musicali - dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento
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            seconda edizione con varie modifiche di forma e di contenuto: di forma, perché la
            retorica fascista ha lasciato il posto ad un linguaggio più pratico e meno enfatico;
                                                                                   287
            di contenuto, per il progresso tecnologico e la maggiore diffusione delle caserme.


            V.6. La telefonia o telegrafia musicale


               La lingua musicale universale
                 “[...] è l’arte d’esprimere, mediante le sette note, la parola umana. È il se-
                 greto di esternare tutti i pensieri, di parlar tutte le lingue del mondo, colla
                 semplice emissione di alcune note di musica. Colla lingua musicale uni-
                 versale un inglese ed un francese, un russo ed un chinese, si intendono, si
                 comprendono e scambiano tutte le loro idee”. 288
                Animato da queste considerazioni, sin dal 1817 un professore di musica, Fran-

            cesco Sudre, studia il modo più agevole per la comunicazione a distanza. Ecco
            come la stampa prosegue: “[Sudre] fu indotto a giovarsi dei suoni musicali, come
            mezzo di linguaggio generale, dalle riflessioni emanate da molti fra i grandi inge-
            gni che si sono occupati di linguistica, e che hanno messo avanti il bel progetto
            d’una lingua universale. Descartes, Leibniz, G. G. Rousseau, Chaebanon [sigh!],
            C. Nodier, hanno additato la musica, come l’elemento certo d’una lingua universa-
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            le [...]”.  Sudre si dedica a questi studi per circa quarantacinque anni, realizzando
            in pratica una doppia invenzione: da un lato la lingua musicale universale grazie
            alla quale tutti i popoli possono comunicare; dall’altro lato un sistema di segnali
            acustici per comunicare a distanza, per impartire ordini e dispacci, in pratica un
            sistema fondamentale per le milizie. È soprattutto la Marina Militare ad osservare
            con riguardo queste sperimentazioni. Infatti la «Rivista Marittima» le dedica un
            articolo dettagliato. Nel corso degli anni Sudre modifica più volte il suo sistema.
            Esso si basa su pochi suoni emanati da un clarino mediante un codice segreto
            prefissato fra il mittente che suona e il destinatario che decifra i suoni. Dapprima
            il sistema si basa su cinque note, che nella chiave di violino sono il Do-Sol- Do
            (ottava superiore) -Mi (ottava superiore)-Sol (ottava superiore). Nel 1841 diventa-
            no quattro. Viene eliminato il Sol. Nel 1850 il sistema è ridotto a tre suoni: Do-Do
            ottava superiore e Sol ottava superiore. Infine ad uno: il Sol ottava superiore.
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            287  criStiano Pignata, Marce, cit., vol. 1, pp. 136-184.
            288  Cito direttamente da La Telefonia o telegrafia musicale, Bollettino telegrafico, «Rivista
                Marittima», a. II, f. 1, gennaio 1869, p. 230.
            289  Cito direttamente da Ibidem. Non “Chaebanon”: si tratta di Michel Paul Gui de Chabanon.
            290  La Figura n. 21 è in La Telefonia o telegrafia musicale, Bollettino telegrafico, «Rivista
                Marittima», a. II, f. 1, gennaio 1869, pp. 236-237.
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