Page 145 - Le bande musicali - dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento
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Gli strumenti musicali 145
Sistema del 1829 Sistema del 1841
Sistema del 1850 Sistema dell’Unità
Il “Sistema” di Francesco Sudre
Durante le sue dimostrazioni Sudre fa uso anche del pianoforte o del violino.
Per le dimostrazioni pubbliche si serve di Giuseppina Hugot, sua moglie, come
destinatario. I vantaggi del sistema sono diversi: il clarino è mobile e facilmente
trasportabile; è già in uso nelle bande annesse alle milizie. Certo, la telefonia acu-
stica non può sostituire la telegrafia elettrica, però quest’ultima funziona solo su
linee determinate e prefissate. Invece la prima è per certi rispetti superiore, giacché
può funzionare su una flotta, è rapida e può essere utilizzata per grandi distanze, di
giorno e di notte, anzi nel buio ancor meglio perché il silenzio favorisce la propaga-
zione del suono. Tuttavia il sistema non fu mai adottato. Una delle cause dovrebbe
essere l’eco, che potrebbe far confondere la comunicazione. Come abbiamo detto,
sin dal 1817 Sudre inizia gli studi in questo campo, durante il suo insegnamento
nella scuola di Sorrèze. Nel 1823 decide di sottoporre l’invenzione al giudizio degli
uomini d’arte e a tal fine si reca a Parigi, per una dimostrazione pubblica. Nel 1827
presenta l’invenzione all’Accademia delle Belle Arti dell’Istituto. La Commissione
esaminatrice così commenta: “Offrire agli uomini un nuovo mezzo di comunicarsi
le loro idee, di trasmettersele a distanze lontane e nell’oscurità più profonda, è un
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vero servigio reso alla società”. Henri Montan Berton, un compositore francese,
appoggia l’inventore nella sua opera di pubblicità. Pure il Ministro della Guerra
francese si dichiara soddisfatto dei risultati di questa invenzione. Per contro, l’ini-
ziativa decade. Sudre non ha mai pubblicato i suoi studi. Ci ha pensato la vedova
dopo la sua morte, avvenuta il 2 ottobre 1862. 292
291 Cito direttamente da Ibidem.
292 Ivi, p. 238. Langue musicale universelle, inventée par Francois Sudre également inventeur
de la Téléphonie musicale, Tours, s.n., 1866. Alla telefonia accenna anche Vito Interlandi,
renato MeUcci, Un inedito trattato napoletano di Vito Interlandi (1846) con un “Libro”
sugli strumenti musicali in «Francesco Florimo e L’Ottocento Musicale», cit., p. 601.