Page 25 - Le bande musicali - dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento
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sumono il ruolo di docente. Gli ufficiali militari si contendono i migliori stru-
mentisti, nonostante il veto posto dai direttori degli orfanotrofi perché negli istituti
i maestrini impartiscono lezioni ai fanciulli meno esperti ma anche perché devono
perfezionarsi negli studi. Il 26 giugno 1828 Sancio stila un progetto, il cui art. 3
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proibisce ai capi dei reggimenti di prelevare i maestrini dagli orfanotrofi. Contro
il progetto reagisce il Duca di Calabria, comandante dell’Esercito. Egli contropro-
pone che i maestrini, dopo aver coperto tale ruolo per tre o quattro anni, vengano
sostituiti dagli allievi che, a loro volta, saranno diventati esperti musicisti e così di
seguito. I maestrini sarebbero arruolati come professori, non come semplici sol-
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dati. Di fatto i capi dei reggimenti o i loro delegati continuano a recarsi negli
orfanotrofi per scegliere gli strumentisti migliori ed arruolarli nel proprio reggi-
mento. Ne scaturisce un conflitto fra i direttori e le autorità militari. Questo è un
nodo essenziale per la gestione delle bande musicali e sarà discusso da Emanuele
27 Negli istituti musicali la figura del maestrino è particolarmente importante, spesso indi-
spensabile. Dei “mastricelli”, come è noto, si fa menzione negli antichi conservatori napo-
letani. Il loro ruolo trae origine dal mutuo insegnamento e risale al secolo XVII, (Salvato-
re di giacoMo, I quattro conservatorii di musica a Napoli, Palermo, R. Sandron, 1924-28,
vol. 1, p. 87) ma ancora nel regolamento del 1809 del Conservatorio S. Sebastiano erano
previste tali figure (Stabilimenti per l’interno regolamento del real conservatorio di musica
di S. Sebastiano in Napoli, Napoli, dalla Tipografia di Angelo Trani, 1809, pp. 28-30). Se-
condo Florimo essi sarebbero il corrispettivo dei ripetitori del Conservatorio di Parigi, con
la differenza che questi ultimi non vivevano nell’Istituto (franceSco floriMo, la scuola
musicale di Napoli e suoi Conservatori, con uno sguardo sulla storia della musica italia-
na, voll. 4, Napoli, Stabilimento Tipografico di Vinc. Morano, 1882, vol. II, p. 38n). come
accadeva negli stabilimenti del Regno delle due Sicilie. La categoria dei maestrini solle-
vò dibattiti culturali e pedagogici che si protrarranno per tutto l’Ottocento. Nel corso de-
gli anni, fino all’inizio del Novecento, divamperanno le polemiche sul loro impiego, tanto
che diversi esperti, fra cui Emanuele Krakamp, ne proporranno l’abolizione (filiPPo troie
- eManUele KraKaMP, Relazione fatta dalla commissione d’inchiesta sullo stato della Mu-
sica nel Real Albergo dei Poveri al Signor Commendatore Antonio Wiuspeare, «Gazzetta
Musicale di Napoli», a. XV, n.12, 8 giugno 1867, p. 2), che avverrà solo nel 1912. (gUido
Pannain, Il Real Conservatorio di Musica “San Pietro a Maiella” di Napoli, Firenze, Le
Monnier, 1942, pp. 32-33, citato in lUca averSano, La Scuola di Musica, dell’Orfanotro-
fio Provinciale di Salerno nel XIX secolo, 9-56, «Accademie Società Filarmoniche in Italia.
Studi e ricerche», a cura di Antonio Carlini, Trento, Società Filarmonica Trento, 2004, p.
22). Il ruolo dei maestrini, negli ospizi e nei collegi di musica, è piuttosto complesso e nel
corso degli anni subisce diverse modifiche. Spesso i maestrini assumono l’intera responsa-
bilità didattica di un insegnamento. Sono professionisti, utilizzati anche nei concerti pub-
blici. La loro funzione ufficiale è visibile anche dal fatto che indossano una divisa diversa
dagli altri allievi, enrica doniSi, Le Scuole Musicali, cit., pp. 111-114.
28 Art. 3 del Progetto del 26 giugno 1828, ASN, MI, I Inv., busta 1896.
29 Il Ministro della Guerra al Ministro degli Interni 24 novembre 1828, Ibidem.