Page 53 - Le bande musicali - dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento
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Progetti e riforme delle bande militari                                  53

              per le musiche militari con lo scopo di assicurare l’idoneità tecnica dei candidati al
              posto di direttore o di bandista, nonché di studiare e curare il repertorio e l’organico
              strumentale. La commissione si riunisce nell’Accademia di S. Cecilia di Roma. È
              presieduta dal Ministro Spingardi ed è formata da Vessella, direttore della Banda
              civica della Capitale, da Luigi Cajoli, capomusica della Legione Allievi Carabi-
              nieri, da Ettore Ricci, capomusica del 74° Reggimento Fanteria e dal presidente
              dell’Accademia. Le modifiche proposte dalla commissione sono:
              1)  un organico strumentale di quarantasei elementi, nel rispetto di un equilibrio
                 sonoro;
              2)  l’aggiunta dei seguenti strumenti: due clarinetti contralti in Mi bemolle, tre sa-
                 xofoni, peraltro già in uso presso alcune bande, un trombone basso in Fa, un
                 flicorno sopranino in Mi bemolle, i timpani, la sostituzione di due delle quattro
                 trombe in Mi bemolle con le trombe basse in Si bemolle;
              3)  il reclutamento degli orchestrali attraverso criteri di valutazione fissati prelimi-
                 narmente.

                 Purtroppo, come abbiamo visto sopra soprattutto per l’istruzione dei militari,
              non sempre queste regole saranno rispettate. Tuttavia saranno decisive per aprirsi ad
              un ordinamento preciso il cui effetto sarà l’istituzione dei pubblici concorsi in gra-
              do di valutare l’effettiva preparazione dei candidati (noi prenderemo ad esempio il
              bando del concorso per direttore e musicante nella Banda dei Carabinieri del 1928).
                 Siamo ormai nel nuovo secolo. Giuseppe Manente, prolifico compositore e fu-
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              turo direttore della Banda della Guardia di Finanza,  nel 1907 propone una riforma
              le cui caratteristiche principali sono due:
              1)  l’organico deve essere formato da 35 elementi.
              2)  i tre sassofoni, proposti da Vessella in sostituzione dei claroni già in uso, poiché
                 sono troppo costosi e di difficile intonazione, dovrebbero essere facoltativi o
                 sostituiti da un 3° corno, un 2° flicorno tenore e un clarinetto basso.
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                 L’esigenza di una riforma strutturale delle bande militari è ormai parte del pa-
              trimonio comune. Gli studiosi e le istituzioni salutano il nuovo secolo con l’ambi-
              zione di realizzare concretamente una sintesi di quanto è stato elaborato nel cor-
              so dell’Ottocento. Nel 1928, sono ancora attivi Vessella e Manente, è pubblicata
              l’istruzione che fissa -con cognizione di causa- le nuove regole per la Banda dei
              Carabinieri. Faranno eco, per molti aspetti, le norme per la Banda dell’Aeronautica
              del 1937 e del 1954.


              93  Cfr. Scheda biografica.
              94  Giuseppe Manente, «Musica», a. I, n. 4, 30 novembre 1907, p. 3; Ugo d’ovidio, la Ban-
                  da attraverso i secoli, cit., p. 118. Per quanto concerne le proposte di riforma dell’organico
                  delle bande, nel dettaglio degli strumenti rimandiamo all’esauriente esposizione di Marino
                  aneSa, Dizionario, cit., vol. 2, pp. 980-993.
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