Page 52 - Le bande musicali - dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento
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52                                Le bande musicaLi miLitari daLL’unità d’itaLia aLLa prima metà deL novecento


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            mento.  Bisogna uniformare i suoni degli strumenti che erano appartenuti alle ban-
            de degli Stati preunitari. L’eterogeneità dell’altezza e del timbro dei suoni genera
            confusione anche nel nome da assegnare a ciascuno strumento. Cortese, consape-
            vole di questa confusione e dell’ambiguità che ne deriva, precisa il nome di alcuni
            strumenti che meglio corrisponde alle proprietà dello strumento. Cito direttamente:

                  [...] Io ho inteso dare i loro veri nomi ad alcuni Istrumenti, che il capriccio
                  e l’uso hanno cambiati in nomi più adatti ad istrumenti di guerra, che ad
                  istrumenti musicali, e sono “Il Bombardino”, il pelittone o Elicon, che io
                  distinguo coi loro nomi tecnici; e cioè il primo Bassetto, il secondo Bas-
                  so, ed il terso Bassone. Il Genis pure lo chiamo Tromba bassa, ed il Piston
                  Flicorno Mi bem.; come il Clarino Mi bem. si deve chiamare Terzino e
                  non Quartino; per la semplice ragione che Mi o Mi bem. è terza di Do e
                  non già quarta [...]. 90




            II.6. La riforma di Alessandro Vessella e l’organico
                di Giuseppe Manente


               Sulla via iniziata da Krakamp - unità d’indirizzo, di metodo e di repertorio -
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            Alessandro Vessella, personalità di spicco nel panorama musicale,  avanza una
            ulteriore riforma. Egli pone l’accento sul timbro, quale elemento essenziale della
            musica. Mira ad un equilibrio di colore fra le parti. Denuncia l’eterogeneità di stru-
            mentazione: non c’è un criterio estetico e tecnico omogeneo, anzi spesso i direttori
            compiono errori di strumentazione ed armonizzazione. Propone una struttura a cui
            tutte le bande militari devono adeguarsi; un metodo di istruzione e un repertorio
            unico per tutto il Regno (uno degli effetti di questi rilievi è l’istituzione della prima
            cattedra di strumentazione per banda nell’Accademia di S. Cecilia, affidata proprio
            a Vessella). I suoi tre modelli di piccola, media e grande banda sono ancora oggi
            un punto di riferimento.
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               Su questi presupposti il Ministro della Guerra, Paolo Spingardi, con il regio de-
            creto n. 417, atto n. 215 del 17 gennaio 1901 istituisce un Ufficio Tecnico Centrale


            89  eManUele KraKaMP, Progetto, cit., p. 12; renato di Benedetto, Il Circolo Bonamici e il
                “Primo Congresso Musicale Italiano” in «Francesco Florimo e L’Ottocento Musicale»,
                cit., p. 420.
            90  Cito direttamente da dionigi corteSi, Le musiche militari, cit., riedito a cura di Marino
                aneSa, la banda italiana, cit., in Ugo d’ovidio, la Banda attraverso i secoli, cit., p. 69.
            91  Cfr. Scheda biografica.
            92  Per gli organici delle tre rispettive bande rimando alle appendici dell’esauriente Dizionario
                di Marino Anesa.
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