Page 48 - Le bande musicali - dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento
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48 Le bande musicaLi miLitari daLL’unità d’itaLia aLLa prima metà deL novecento
Per i cori:
Soprani - due cornette in Si bem.;
Contralti - due flicorni in Fa;
Tenori - due clavicorni in Si bem.;
Bassi - due bombardini in Si bem..
Cesare Carini condivide con Krakamp alcune cause della decadenza delle ban-
de militari: il basso grado gerarchico del direttore di musica, la mancanza di un dia-
pason unico, l’assenza di un repertorio unico, la mancanza di un unico complesso
strumentale. E ancora: un numero esiguo di strumentisti, la mancanza di ottime
prime parti, la mancanza di un gruppo di allievi con ferma permanente al fine di so-
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stituire di volta in volta gli orchestrali. Su queste osservazioni elabora un progetto
di riforma nel quale propone un’istruzione musicale di sei ore quotidiane; una
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composizione strumentale uniforme e l’adozione di un diapason unico. Con queste
prerogative, a suo parere, si riuscirebbe a far eseguire un concerto con venti- trenta
bande in meno di tre ore. Dunque egli valorizza la continua istruzione: studiare
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sei ore al giorno significa costruire una salda preparazione, un esercizio necessario
per rinnovare il repertorio, per carpire più a fondo le possibilità timbriche, ritmi-
che, melodiche ed armoniche di un pezzo, anche in base all’organico orchestrale
di cui si dispone. Anticipa ed applica per certi versi il pensiero di Luigi Pareyson
sull’arte come formatività. Auspica anche l’aumento di orchestrali da trentasette
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(numero medio per banda in Italia) a cinquantaquattro elementi. Con questo au-
mento la banda si conformerebbe agli standard delle bande degli Stati europei.
Ma, nel contempo, decurta il numero complessivo delle bande militari, riducendo
quindi anche i posti di direttore. Di conseguenza non ottiene il necessario appoggio
dell’opinione pubblica.
In conclusione, nessuna proposta si realizza. Bisognerà attendere ancora mol-
ti anni perché le istituzioni concentrino la loro attenzione sulle bande militari e
sull’arte.
76 Ugo d’ovidio, la Banda attraverso i secoli, cit., pp. 49-53, 58-59.
77 Come abbiamo visto, alla fine del Novecento Marcello Corfini faceva studiare i suoi fanfa-
risti per sei ore al giorno, più due ore alla musica a cavallo, cfr. § I.2.1.
78 criStiano Pignata, Marce, cit., vol. 1, pp. 42, 45.
79 lUigi PareySon, Estetica. Teoria della formatività, Milano, Bompiani, 1996.