Page 232 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                 ufficialmente l’unione definitiva con la Repubblica Estremo-orientale .
                                                                                 389
                    La reazione giapponese fu ancora drastica ma, date le circostanze, fine a sé
                 stessa. Vennero per la seconda volta interrotti i negoziati col governo Estremo-
                 orientale per l’evacuazione della Provincia Marittima ed il governo collabora-
                 zionista insediato a Vladivostok fu sciolto e sostituito il 25 maggio 1921 da un
                 altro conservatore e anti-bolscevico che trovò il proprio uomo forte nel generale
                 Dietrichs. Il nuovo Governo cercò di ricostituire nell’Amur un simulacro di
                 Russia zarista, offrendo la corona alla madre del defunto Nicola II, Maria Fedo-
                 rovna, che saggiamente rifiutò. Si tentò anche un estremo recupero di Semenov,
                 nel tentativo di ricostituire un ennesimo esercito bianco, ma fu difficile trovare,
                 anche fra gli anti-bolscevichi più accaniti, qualcuno che si fidasse ancora dei
                 giapponesi.
                    Data la situazione di stallo, la questione dell’Estremo Oriente siberiano ven-
                 ne inclusa fra gli argomenti della conferenza sugli affari del Pacifico, convocata
                 a Washington nel 1921.
                    Il tentativo della Repubblica Estremo-Orientale di esservi ammessa, anche a
                 nome della Repubblica sovietica, tramontò per il rifiuto americano, ma ciò non
                 di meno la sistemazione che seguì i lavori della Conferenza non fu ostile agli
                 interessi di Mosca .
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                    Tanto gli Stati Uniti che la Gran Bretagna, ribadirono infatti che non avreb-
                 bero tollerato una presenza giapponese a tempo indefinito nella Provincia Ma-
                 rittima, e arrivarono a minacciare un boicottaggio economico. Se il governo
                 imperiale non avesse preso impegni formali per un prossimo ritiro trovasse altri
                 disposti a vendergli petrolio, ferro e carbone . La minaccia sortì un effetto
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                 immediato ma ebbe due conseguenze a lungo termine. Da una parte Stati Uniti
                 e Gran Bretagna credettero che essa potesse essere ripetuta con successo in
                 ogni futura crisi col Giappone; dall’altro instillò nella leadership giapponese
                 un profondo rancore per l’umiliazione subita e la spinse a trovare il modo di
                 uscire dal ricatto occidentale, aggiudicandosi in qualunque modo delle fonti di
                 materie prime.
                    Per  il  momento  comunque  non  rimaneva  che  trattare.  I  rappresentanti  di
                 Giappone  e  Repubblica  Estremo-orientale  si  incontrarono  a  Changshan  in
                 Manciuria. Al di là della finzione formale si trattava di una trattativa fra Tokyo
                 e Mosca, condotta attraverso il governo di Ĉita, in quanto il Giappone non rico-


                 389  Ivi, p. 349.
                 390  Non giovò alla Repubblica Estremo­orientale il fatto che a presiederla fosse proprio Alexander
                    Krasnoshchyokov, noto negli Stati Uniti come agitatore comunista.
                 391  GIUSEPPE BOFFA, Storia dell’Unione Sovietica, cit., pp. 222­223.


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