Page 227 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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Epilogo                                225
                   tutte le forme democratiche dell’embrione di stato che ad Omsk aveva preso
                   vita, e si appoggiò progressivamente alle forze più reazionarie del fronte anti-
                   bolscevico alienandosi quelle democratiche .
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                      Personalmente onesto, Kolchack tollerò se non approvò le brutalità di molti
                   dei suoi comandanti, la loro corruzione e le rapine ai danni della popolazione
                   delle campagne, la quale infine gli si rivoltò contro, costringendolo ad una guer-
                   ra su due fronti e minando dall’interno la saldezza dei suoi eserciti.
                      In ultima analisi, il tentativo di Kolchack avrebbe avuto successo solo in
                   presenza di un reale coordinamento fra le diverse forze anti-bolsceviche e con
                   una decisa assistenza militare degli Alleati. Questi ultimi tuttavia erano trop-
                   po stremati dalla guerra del 1914-1918 per poter intervenire direttamente in
                   Russia, e la loro strategia fu di far combattere ai soli russi la guerra contro i
                   sovietici aiutandoli con l’invio di armi: una formula che non funzionò e che essi
                   abbandonarono alla fine del 1919, lasciando il Governo Panrusso al proprio
                   destino, assieme al suo Comandante Supremo.

                      Pochi giorni dopo la morte di Kolchack i rossi entravano a Irkutsk, il cui go-
                   verno votava all’unanimità la propria decadenza e la cessione dei poteri all’au-
                   torità militare bolscevica.
                      Il generale Janin, investito dalle critiche dei governi alleati per aver consenti-
                   to la consegna di Kolchack, commentò sprezzante: “Pour Sa Majesté Nicolas II
                   on a fait mois de ceremoines”, per sua maestà Nicola II hanno fatto meno storie.




                                     la repubblIca dell’estreMo orIente
                      La morte di Kolchack e l’auto-scioglimento del governo di Irkutsk non chiu-
                   sero la partita a tre fra il Giappone, i resti degli eserciti bianchi in Siberia e i
                   bolscevichi.
                      La rapidità e la portata del successo ottenuto avevano fatto temere ai leader
                   sovietici la possibilità di un diretto intervento giapponese nella guerra civile,
                   mentre al tempo stesso la resistenza dei bianchi di Denikin nella Russia europea
                   era tutt’altro che vinta. Desiderosi di prender tempo e di consolidare i risultati
                   ottenuti, i bolscevichi considerarono dunque con estrema cautela l’idea di una
                   avanzata verso il Pacifico, badando ad evitare incidenti con le prime posizioni
                   dei giapponesi a oriente di Irkutsk. Questi ultimi dal canto proprio erano sem-

                   382  “[…] egli era infatti un soldato in tutto e per tutto: la politica andava al di là della sua compren­
                       sione. A parte l’abbattimento del bolscevismo e la «salvezza della Russia» non aveva alcuna idea
                       precisa delle ragioni della lotta”. O. FIGES, cit., La tragedia di un popolo, cit., p. 706.
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