Page 224 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                    Ormai isolato, l’Ammiraglio cedette al termine di un breve negoziato. In
                 cambio del suo allontanamento, il Centro Politico si impegnava a proseguire
                 la resistenza contro i bolscevichi e a non alienare alcuna parte del territorio
                 nazionale. In base all’accordo le truppe ceche e i pochi reparti alleati lasciavano
                 la città, assieme allo stesso Ammiraglio, che prima di salire sul treno affidava
                 “l’autorità suprema”, ovvero la veste di rappresentante del legittimo governo
                 russo, al generale Denikin, ed il comando delle proprie armate al cosacco Se-
                 menov .
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                                      “glI alleatI MI hanno tradIto”
                    Il Centro Politico fu, come tutte quelle che l’avevano preceduto, una isti-
                 tuzione instabile, tenuta assieme solo dalla volontà di cacciare Kolchack. Al-
                 lontanato il dittatore, i contrasti esplosero immediati fra le diverse anime del
                 gruppo che momentaneamente governava sulla Siberia centrale, ed in breve
                 il caos dilagò peggiore di prima. Alcuni, i social-rivoluzionari di sinistra, era-
                 no per trasferire al più presto tutti i poteri ai bolscevichi, altri, menscevichi e
                 social-rivoluzionari di destra, optavano per un estremo tentativo di resistenza.
                 Non mancava però chi proponeva soluzioni diverse, che potessero preservare
                 almeno momentaneamente l’autonomia del governo di Irkutsk. Fra questi era
                 uno dei principali promotori della rivolta, il presidente del “Centro” Kabune-
                 tov, un socialista rivoluzionario che aveva vissuto molti anni negli Stati Uniti
                 d’America e ne aveva riportato una convinta fiducia nelle istituzioni federali.
                 L’idea da lui proposta si riassumeva nella creazione di un Governo della Sibe-
                 ria orientale, sovrano anche nella parte della Provincia Marittima occupata dai
                 giapponesi. Il Governo della Siberia Orientale avrebbe osservato una stretta
                 neutralità e rapporti di buon vicinato tanto con la Repubblica dei Soviet che con
                 le potenze straniere, prime fra tutte il Giappone, e sarebbe stato una garanzia sia
                 per la sicurezza delle frontiere orientali russe che per gli interessi giapponesi in
                 Manciuria e nel Pacifico settentrionale. La Repubblica Siberiana avrebbe avuto
                 una forma di governo non-bolscevica e si sarebbe astenuta da qualsiasi aiuto ai
                 movimenti rivoluzionari in Cina, Mongolia e Manciuria.
                    Benché l’idea non godesse del favore della maggioranza del Centro Politico,
                 Kabunetov la avanzò ugualmente presso i giapponesi e contemporaneamente


                 376  Tale soluzione lasciò molto perplessi i rappresentanti Alleati. Filippi definì in nel suo telegram­
                    ma a Roma “non probabile”, il successo di Semenov, e aggiunse “popolazione vivente desidera
                    avanzata rossi”. Telegramma Filippi di Baldissero allo SMRE in data 31­12­19. AUSSME, E­11,
                    B. 121, f. 16.


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