Page 223 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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Epilogo                                221
                      Tutte le testimonianze concordano che l’atmosfera fra le truppe bianche era
                   estremamente depressa e rassegnata, e tutto sembrava replicare esattamente il
                   clima dell’autunno 1917 sul fronte occidentale. Kolchack cercò di usare la scor-
                   ta di oro del Governo per acquistare armi e rifornimenti dagli Alleati, ma questi
                   ormai avevano perso fiducia nelle sue possibilità di protrarre la guerra e rifiu-
                   tarono, proponendogli piuttosto di mettere in salvo la riserva aurea dello Stato
                   a Vladivostok. “Di voi non mi fido più, e piuttosto la lascio ai bolscevichi”,
                   rispose l’Ammiraglio .
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                      Come Nicola II, anche Kolchack era divenuto un intralcio: per gli Alleati
                   che volevano chiudere in fretta quella sfortunata avventura, per i cechi che am-
                   bivano a tornare a casa a qualsiasi costo, per coloro che volevano un accordo
                   coi rossi ed anche per quelli volevano continuare a combattere, convinti che
                   occorresse un ennesimo cambio al vertice.
                      A che cosa si fosse ridotta l’autorità del Comandante supremo si può capire
                   dal fatto che i cecoslovacchi deviassero il suo treno sul binario secondario della
                   Transiberiana per favorire il passaggio dei propri convogli verso Vladivostok,
                   rendendo il suo viaggio verso la nuova capitale lentissimo.
                      Quando il 27 dicembre il comando di Irkutsk telegrafò a Kolchack che il 53°
                   Reggimento si era ribellato nel sobborgo settentrionale, l’Ammiraglio, bloc-
                   cato ancora, a qualche decina di km dalla città, scoprì di non avere mezzi per
                   soffocare la rivolta. La sua richiesta all’artiglieria francese di sparare sui ribelli
                   incontrò un rifiuto, e così pure la richiesta di aiuto ai cechi, peraltro inoltrata
                   senza convinzione .
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                      Intanto, la sollevazione si estendeva ad altri reparti e ben presto fu chiaro
                   che ciò che rimaneva dell’esercito bianco era spaccato in due. Solo l’intervento
                   di un reparto di cavalleria fedele consentì ai seguaci dell’Ammiraglio di tenere
                   il centro della città. Il 4 gennaio, all’ammutinamento fece seguito un aperto
                   intervento dei socialisti rivoluzionari, i quali poterono così fornire una sponda
                   politica all’azione dei militari ribelli, e costituire un Centro Politico, che chie-
                   deva a nome di tutti i partiti le dimissioni di Kolchack ed il ripristino del potere
                   della Costituente da questi sciolta nel novembre 1918 .
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                       sione nemica dileguatasi con vera fuga che ha completata disorganizzazione ferrovia Transibe­
                       riana […]. Governo Kolciak stabilitosi Irkutsk perduta ogni autorità […]. Di qua è impossibile
                       inviare rifornimenti […]”. Telegramma Filippi di Baldissero allo SMRE in data 31­12­19. AUS­
                       SME, E­11, B. 121, f. 16.
                   373  A. BAZZANI, Soldati italiani, p. 362.
                   374  Ivi, pp. 370­74.
                   375  E. CARR, La rivoluzione bolscevica, cit., p. 343.
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