Page 230 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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228 Missione in siberia
fInale russo-nIpponIco
I giapponesi iniziarono il ritiro dalla Provincia Marittima/Transbajkalia se-
condo gli accordi nel marzo 1920, quando avvenne un incidente che minacciò
di provocare l’ennesimo ripensamento: il massacro della guarnigione giappo-
nese di Nikolaesk. Autore dell’eccidio era il signore della guerra russo-cosacco
Trjagricyn, uno dei tanti scorridori siberiani che dopo aver combattuto sia per
i “bianchi” che per i “rossi”, ora si manteneva facendo il predone, quale per
altro era sempre stato.
La reazione giapponese fu una violenta serie di rappresaglie indiscriminate
in tutta la regione dell’Amur, la cui occupazione fu rafforzata da nuovi contin-
genti.
Se tuttavia la provincia di Vladivostok vide rafforzarsi la presenza dei giap-
ponesi, il ritiro di questi ultimi dalla Transbajkalia proseguì senza interruzioni.
Benché a Tokyo vi fosse chi reclamava l’annessione dell’Amur come ritorsione
all’attacco subito, le condizioni dell’economia giapponese e l’opposizione del
partito democratico impedirono un simile passo. L’incidente venne così appa-
rentemente dimenticato, ed il 17 giugno il Giappone riconobbe a sua volta la
Repubblica dell’Estremo Oriente .
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Le prime vittime del nuovo assetto furono Semenov e gli altri signori del-
la guerra che fino a quel momento avevano potuto giovarsi dell’appoggio dei
giapponesi. Scomparso Kolchack e con lui il pericolo di una intromissione bri-
tannica nell’alto Pacifico, il Giappone abbandonò gli ultimi capi bianchi come
il cosacco, che ancora governava il proprio dominio privato nella Provincia
Marittima/Transbajkalia, nella speranza di mettersi a capo della futura riscossa
anti-bolscevica.
Allo stesso modo, anche Mosca abbandonò ogni appoggio alle bande rosse
che agivano nello stesso territorio, e che avevano avuto tanta parte nell’indebo-
lire il governo di Omsk, ma che con il colpo di Nikolaesk avevano dimostrato di
essere ormai dannose agli interessi dell’Unione Sovietica. Anzi, non appena in-
sediato il nuovo governo Estremo-orientale, dominato dai social-rivoluzionari,
furono proprio i sovietici ad inviare una cospicua fornitura di armi e istruttori
alle forze armate del neonato stato, il cui comando fu assunto dal generale Blu-
cher, il vincitore della campagna del 1919 contro Kolchack.
Isolato e indebolito dalle defezioni, Semenov non fu in grado di opporsi
all’offensiva dell’esercito della neonata Repubblica Estremo-orientale, il quale
lo costrinse dopo un breve periodo di combattimenti a cercare rifugio nella zona
386 E. CARR, cit., La rivoluzione bolscevica, cit., p. 3467.
capitolo nono