Page 45 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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Gli irredenti e la Missione Militare speciale        43
                   dall’Italia circa il loro formale arruolamento nel Regio Esercito. Solo a quel
                   punto si sarebbe proceduto a raccogliere le loro adesioni e si sarebbe deciso
                   cosa rispondere ai russi.
                      Manera tornando da Tokyo si fermò a Pechino, per prendere accordi con le
                   autorità cinesi e alleate circa la sistemazione futura degli irredenti e fece final-
                   mente ritorno ad Harbin a fine febbraio 1918. Al suo arrivo ritrovò Bazzani,
                   promosso capitano, giuntovi il 15 febbraio. Col suo aiuto organizzò immediata-
                   mente il trasferimento in Cina del “Distaccamento”.
                      Il viaggio venne effettuato in ferrovia, come i precedenti. A Chan-Chun ces-
                   sava il tratto della Ferrovia Russo-cinese, e cominciava quello della Ferrovia
                   nippo-cinese, si entrava infatti nella Manciuria meridionale, assegnata come
                   zona di influenza al Giappone.
                      Giunta a Mukden, antica capitale dei Manciù, la ferrovia si divideva in tre di-
                   ramazioni, quella verso la Corea, sotto gestione giapponese, quella verso la base
                   navale di Porth Arthur, pure sotto gestione giapponese, e quella verso Pechino,
                   sotto gestione internazionale e fu appunto su questo tracciato che i convogli del
                   “Distaccamento Irredenti” si inoltrarono nel marzo 1918.
                      Giunti il 3 marzo a Shan-Hai-Kuan, la città fortificata affacciata sul Golfo di
                   Liaotung che rappresenta l’ultimo bastione della grande Muraglia, gli irredenti
                   ebbero la sorpresa di vedere sventolare alla stazione, assieme alle altre, una
                   bandiera italiana, e di trovare un drappello di carabinieri schierato sulla pensi-
                   lina. Erano parte del piccolo presidio italiano del forte, una minuscola isola di
                   italianità all’altro capo del mondo .
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                      In quelle stesse ore, il 3 marzo 1918, a Brest-Litovsk, i rappresentanti bol-
                   scevichi firmavano il trattato di pace loro imposto dagli Imperi Centrali, concre-
                   tizzando la peggiore delle paure dei governi dell’Intesa.
                      Da quel momento la politica degli alleati in Russia si sarebbe modificata, e
                   gli effetti di questo cambiamento avrebbero riguardato da vicino anche gli irre-
                   denti che scendevano dai vagoni alla stazione di Shan-Hai-Kuan.















                   68  G. BAZZANI, Soldati italiani nella Russia in fiamme, cit., p. 183.
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