Page 50 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                 modo creata da Helphand in Svezia per trasferire denaro in Russia, oltre che per
                 servire l’economia di guerra tedesca .
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                    Gli eventi successivi parvero confermare i calcoli tedeschi e, nelle settimane
                 a cavallo fra il 1917 e il 1918 l’inquietudine nelle capitali dell’Intesa crebbe a
                 dismisura.
                    Circa la pace con la Germania, all’interno del governo bolscevico, denomi-
                 natosi “Soviet dei Commissari del Popolo” era echeggiata fin dai giorni succes-
                 sivi la presa del potere, la solita domanda di Lenin: che fare? La pace era stata
                 assieme alla distribuzione della terra ai contadini una delle due promesse che
                 avevano attirato ai bolscevichi le simpatie dei soldati, il vero strumento della
                 “rivoluzione” del 1917. Occorreva dunque raggiungerla.
                    Come già il Governo Provvisorio, i bolscevichi tentarono dapprima di lan-
                 ciare un appello “ai proletari d’Europa”, esortandoli ad una pace “al di sopra dei
                 governi”, chiamandoli cioè a fare la Rivoluzione.
                    Riscontrata presto l’inutilità del tentativo, Lenin si rassegnò ad una più tradi-
                 zionale richiesta di armistizio ai tedeschi. Per inoltrarla, però, occorse destituire
                 e uccidere il comandante in capo dell’Esercito, generale Nikolaj Dukhonin, che
                 si rifiutava di firmarla .
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                    Una volta intavolate le trattative, le pretese avanzate dalla Germania si rive-
                 larono persino più pesanti del previsto, e contenevano anche il conto per l’aiuto
                 ricevuto nel rovesciamento del governo di Kerenskij .
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                    Berlino imponeva la cessione della Polonia, destinata a divenire un satelli-
                 te della Germania, dell’intera costa baltica fino ai sobborghi di Pietrogrado, e
                 dell’Ucraina, che, costituita in regno, avrebbe dovuto essere assegnata ad un
                 eccentrico principe della casa d’Austria, Guglielmo d’Asburgo, ma che nella
                 realtà sarebbe stata soggetta una occupazione militare tedesca, affiancata da
                 un governo collaborazionista . La Finlandia avrebbe ottenuto l’indipendenza,
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                 70  PIERO MELOGRANI, Il mito della Rivoluzione mondiale. Lenin fra ideologia e ragion di Stato
                    1917-1920, Bari, Laterza, 1981, 17­18.
                 71  Il 3 dicembre i soldati della scorta del nuovo comandante in capo nominato da Lenin, il marinaio
                    Nikolaj Kyrylenko, prelevarono Dukhonin dal treno­comando e lo linciarono. I fatti furono ri­
                    portati ai governi dell’Intesa dai rispettivi rappresentanti presso il Quartier Generale di Mogilev,
                    i quali avevano avuto nei giorni precedenti numerosi colloqui con Dukhonin persuadendolo a
                    non aprire trattative coi tedeschi.
                 72  “Che cosa voleva in realtà la Russia? La pace? O forse voleva semplicemente guadagnar tempo?
                    […] L’idea di una pace «senza annessioni né indennità» difesa dalla Russia e che la Germania
                    sembrava pronta a discutere (la chiusura del fronte orientale valeva bene una simile eventualità!)
                    fu abbandonata dopo che i tedeschi si resero conto della debolezza dei russi […]”. H. CARRERE
                    D’ENCAUSSE, Lenin, p. 273.
                 73  Vedi TIMOTHY SNIDER, Il principe rosso, Milano, Rizzoli, 2009.


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